10) Manchester City – Kier Group PLC
Il club del quale dice di essere (indegnamente) tifoso e la società per la quale lavora, ciascuno per le proprie competenze, lo dichiarano indesiderabile: il povero deficiente che fa il verso della scimmia a Fred e Rushford, peraltro a qualche centimetro dalla linea laterale, in un colpo solo perde il posto allo stadio e quello di lavoro.
Bene così: modelli decisionali da importare per purificarci dagli idioti nostrani.
9) Il gol di Milinković Savić
Tutto lo sviluppo dell’azione, non soltanto la realizzazione del serbo contro la Juventus: Lancio al tartufo bianco di Luis Alberto, stop al caviale di Milinković col destro, diagonale di sinistro per le bollicine. De Ligt avrebbe voluto applaudire, ma aveva già perso anche il tempo utile a godersi da vicino lo spettacolo.
8) Amadou Diawara
Sul prato del Meazza trascorre novanta minuti a testa alta, imperturbabile nel sincronizzare i tempi di gioco con i giri, sempre quelli gusti, da dettare alla sfera. E tutto un reparto, che già gli aveva tributato fiducia, ora del tutto gli si affida.
7) Joao Pedro
Lo andiamo dicendo da un po’ di tempo, non lo scopriamo ora sulla scia dei suoi nove gol attuali, di cui sette su azione: questo è un attaccante che vale un bel po’ di più rispetto alle maglie vestite in carriera e allo sviluppo del suo vissuto calcistico. Col Cagliari attuale si fanno onore a vicenda, questo sì.
6) Mario Balotelli
Finalmente uno squillo da tre punti, un apporto significativo, non solo per il tabellino, alla causa bresciana, che resta quasi disperata. Poco sopportabile, a giudizio di chi scrive, l’attitudine a non esultare dopo i gol, o a esibire un’aria truce, ma queste sono opinioni.
5) Napoli
Ancelotti sente sempre più duro il timone di un vascello il cui equipaggio avverte continuamente tentazioni da deriva, se così possiamo chiamarle. Esibisce in chiaroscuro la sua cifra tecnica, con il volto sfiduciato e incarognito dei suoi big, Insigne in testa.
Non è nemmeno fortunato, per quanto riguarda gli episodi.
4) Maurizio Sarri
Non per i contenuti della partita dell’Olimpico, perché nel primo tempo si è vista una delle migliori Juventus stagionali, ma per l’analisi biascicata nella dichiarazioni al termine della gara, quando ha saputo parlare soltanto di episodi.
3) Fiorentina
Sussulti finali nell’encefalogramma viola a Torino, ma la china sembra irreversibile, a cominciare dalla guida tecnica.
2) I moralisti
Si indignano magari per la pagliuzza di un titolo a effetto; ignorano travi a destra e a manca, sul razzismo e su altro.
1) Quelli che continuano a dire “guardialinee”. Nel 2019.
Non abbiamo mai visto un rappresentante delle forze dell’ordine sulle righe di gesso, ma solo gli assistenti dell’arbitro che le guardano, appunto: guardalinee.
Paolo Marcacci
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