Coin, bitcoin, criptovalute, monete private. I grandi operatori internazionali da qualche tempo cercano di lanciare la loro ‘moneta virtuale‘. Colossi come Amazon e Facebook che hanno lo scopo di permettere ai loro utenti di acquistare direttamente dalle piattaforme utilizzando una valuta per così dire ‘personale’.
Ma possono davvero funzionare?
La Storia, come sempre, può fornire qualche scenario.
400 a.C. il filosofo Diogene detto il Cinico era figlio di un banchiere e operava come controllore delle monete, quello che oggi chiameremmo soprintendente. Nel corso di questa sua attività aveva notato che c’erano poche monete in circolazione per i commerci ed ebbe un’idea: limitiamo il fino, riduciamo la quantità di metallo della moneta in modo tale da facilitare i commerci.
La situazione gli sfuggì di mano. Scoppiò quella che oggi chiameremmo inflazione e il popolo lo linciò.
Fu costretto a fuggire ad Atene e lì fu inventore della teoria monetaria degli astragali: quando un’autorità aveva bisogno di più moneta, invece di preoccuparsi di avere più oro o altri metalli poteva utilizzare degli ossicini di montone. Di fatto stava teorizzando di giocare in borsa.
Le ‘monete virtuali’ insomma non sono un’invenzione del XXI secolo.
Prima di entusiasmarsi per queste idee definendole originali, però, si dovrebbe riflettere sul fatto che Diogene il Cinico ebbe tanti speculatori finanziari che si appassionarono alla sua teoria, ma pochi apprezzarono davvero la sua idea.
Bitcoin, criptovalute, moneta virtuale: possono funzionare? La risposta è nella Storia
Malvezzi Quotidiani, l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi.
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