Sono passati vent’anni dalla morte di Bettino Craxi, ma ancora continuano a far discutere la sua figura, la sua storia politica e il suo scontro con la giustizia italiana. Craxi ha spaccato l’Italia tra innocentisti e colpevolisti, garantisti e giustizialista. Un personaggio che sicuramente ha lasciato un segno profondo nel nostro Paese e che verrà ricordato in modo controverso dai più. In questi giorni sta facendo anche discutere il film di D’Amelio ‘Hammamet‘, con l’ex leader del PSI interpretato magnificamente da Pierfrancesco Favino.
Cosa rimane oggi della storia di Craxi? Il ricordo deve andare ai problemi con la magistratura o al ruolo di Presidente del Consiglio? Sarebbe giusto rivalutare la sua figura?
Ne abbiamo parlato con Marcello Sorgi, giornalista e autore del libro sugli ultimi giorni di Bettino Craxi ‘Presunto Colpevole‘ in uscita martedì 14 gennaio.
Ecco l’intervista a ‘Un Giorno Speciale’ con Francesco Vergovich.
“Craxi è stato l’ultimo leader che aveva un progetto per l’Italia. Voleva cambiare la Costituzione, voleva rivoluzionare le regole dell’economia, voleva che il Parlamento non si occupasse di prosciutti, cioè voleva che le leggi riguardassero i problemi seri del Paese.
Trasformare l’Italia in un Paese con la Costituzione come quella francese, con il Presidente della Repubblica eletto e che nomina il Primo Ministro, una sola Camera che decide la fiducia al Governo, sarebbe stata un qualcosa che avrebbe introdotto l’Italia nel novero delle democrazie più moderne che ci sono in Europa. Fu un’occasione perduta. Forse l’Italia di Craxi sarebbe stata meglio”.
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