Oggi è il grande giorno. Il giorno della gloriosa uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Finalmente il referendum giunge a una piena attuazione.
Tanti gli impedimenti e i tentativi della tecnocrazia di Bruxelles per impedire che questo evento si realizzasse. Non deve stupire tanta ostilità verso la possibilità del Brexit. E questo per più ragioni, anche simboliche e culturali.
Prima di tutto la riconquista della propria sovranità. La sovranità monetaria non era mai stata perduta e questo testimonia il fatto che l’Inghilterra si era subito opposta all’Unione Europea. Già Margaret Thatcher era pienamente consapevole che l’UE sarebbe stata un mostro a trazione teutonica, un regno del liberismo a guida non inglese.
Il secondo aspetto: l’uscita dell’Inghilterra dall’Unione Europea è la prova della falsità del dogma dell’irreversibilità dell’UE che viene costantemente propagandata. E’ possibile uscire dall’Unione Europea, non è una gabbia di acciaio inossidabile, è piuttosto un prodotto storico sociale e in quanto tale passibile di trasformazione e di esodo.
Il Brexit non cagionerà il crollo dell’economia inglese, anzi tutti gli indicatori ci dicono che ne sta traendo ampiamente giovamento.
Il popolo inglese è un esempio di libertà per tutti i popoli europei. E’ testimone della possibilità di abbandonare questo immenso campo di concentramento finanziario e liberista che è di fatto l’UE. E’ esempio glorioso di un popolo che sceglie la propria autonomia, la propria via nazionale.
E’ all’Inghilterra che dobbiamo richiamarci. Dall’Unione Europea si può e si deve moralmente uscire, questa la lezione del popolo inglese.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro
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