Gregoretti, i motivi per cui Salvini non doveva andare a processo ► Enrico Michetti

A distanza di giorni dal del Senato all’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini, il caso Nave Gregoretti fa ancora parlare di sé. L’allora Ministro dell’Interno ha agito per interesse personale o ha agito nell’interesse del ruolo che ricopriva?

Il direttore di Gazzetta Amministrativa, Enrico Michetti, ha le idee chiare: che si chiami Salvini o in altro modo, fermare irregolari e clandestini sul confine del nostro territorio “è un esercizio legittimo del potere”.

L’immunità parlamentare, chiarisce in diretta il Professore, non serve a proteggere i nostri rappresentanti da qualsiasi reato, serve però a metterli nelle condizioni di poter prendere decisioni difficili quando il bene del Paese supera ogni altra disposizione.

“Irregolari e clandestini – spiega – non possono entrare nel nostro territorio, che si eserciti una forma di controllo risponde alla legge. Dovrebbero comunque essere fermati sulla linea di confine, per cui a me sembra un esercizio legittimo del potere, non un reato ministeriale”.

Un popolo civile, osserva poi Fabio Duranti, dovrebbe basarsi sulle regole che propone la politica: “Un politico fa la campagna elettorale, propone delle regole; il popolo poi vota e se viene eletto quelle regole vengono prima fatte e poi messe in pratica. Al giudice poi, spetta il compito di giudicare chi quelle regole le infrange”. In questo caso, però, la decisione di mandare a processo l’ex vicepremier sembra nascondere altro: Una classe politica di bassissima qualità, di bassissimo livello – continua Fabio Duranti – per motivi di cassetta personale e non di interesse pubblico hanno votato una cosa vergognosa. Loro dovrebbero essere inquisiti, quantomeno dall’indignazione dei cittadini”.

Francesco Vergovich, Fabio Duranti ed Enrico Michetti ne hanno discusso durante la diretta di ‘Un giorno speciale’. Ecco l’intervento completo.


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