Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi
Recentemente dopo alcuni corsi tenuti a Bologna ho avuto il piacere di incontrare alcuni rappresentanti di movimenti spontanei che stanno nascendo in Italia per tutelare le partite Iva massacrate dalle tasse.
Li ho fatti riflettere su di un fatto: quanti di loro erano veri imprenditori?
Bisognerebbe cominciare a chiederselo: quante partite Iva sono tali perché chi le ha avviate voleva davvero fare l’imprenditore?
Parlo di due fenomeni: innanzitutto quelli che sono costretti ad aprire una partita Iva perché alcuni sistemi non hanno interesse ad avere lavoratori dipendenti a causa di regole assurde, ma invece hanno interesse verso le partite Iva dal momento che possono disfarsene quando vogliono. Le partite Iva sono dunque imprenditori o lavoratori dipendenti?
Mi chiedo poi, quante persone attualmente partite Iva sono ex dipendenti che avendo perso il posto di lavoro sono stati costretti a reinventarsi imprenditori, magari senza alcuna cultura, formazione o senza sapere come funziona una banca?
Molti mi diranno “hai conflitti d’interesse“, “tieni corsi privati in cui spieghi queste cose“: così ragionando in questo paese non si può più dire nulla.
Io sono libero di dire ciò che penso: gran parte delle partite Iva italiane non sono veri imprenditori, ma persone costrette a farlo che gradirebbero di gran lunga essere dipendenti o che lo sono state.
Non è forse vero?
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