“Sia messo al bando l’anonimato in rete” ► Mauro Masi

Il web nel quale siamo abituati a navigare rappresenta solo una minima parte della totalità del mondo di internet. 

C’è un’altra parte “nascosta”, il deep web: composto da siti che non vengono reindirizzati dai tradizionali motori di ricerca.

In questa zona sommersa orbitano canali illegali per la vendita di droghe, di armi e di pedo-pornografia.

Perché la comunità internazionale non interviene per contrastare questo fenomeno? Quali sono i rischi che si corrono navigando nel deep web? E infine una riflessione su come contrastare lo strapotere delle web company.

Ascolta l’intervista al professor Mauro Masi intervenuto durante “Un Giorno Speciale” con Francesco Vergovich.

“La rete che noi vediamo, quella rintracciabile attraverso i motori di ricerca, è solo una parte minoritaria, forse il 5-10 % dell’intero traffico, c’è una zona chiamata Deep Web che non viene indicizzata dai motori di ricerca ma esiste e non è visibile.

Nel Deep Web, essendo composto da circuiti criptati in cui non riescono a intervenire le forze dell’ordine, si sviluppa di tutto: la vendita di droga, la vendita di medicine illegali, la pedo-pornografia.

Il Dark Web è fuori non soltanto da qualunque norma ma è fuori anche dai riflettori: vive in un mondo parallelo in cui accade qualunque cosa. Tutto questo sopravvive perché c’è la possibilità di essere anonimi, ma l’anonimato è un cancro del web e un cancro sopratutto dei social perché tu scrivi qualsiasi tipo di post, qualsiasi tipo di tweet e lo fai perché sai di poterlo fare in maniera anonima, nessuno può arrivare a te.

I gestori delle piattaforme si prendessero la responsabilità dei messaggi che transitano sulle loro piattaforme, ma loro si oppongono da sempre, facendo un discorso simile a quello dei produttori di armi che dicono ‘se uno vende un’arma X e poi una persona X con quest’arma compie un crimine non è colpa di chi l’ha prodotta’ ma questo è un discorso molto al limite, se hai una piattaforma non puoi dire che non sai cosa passa dalla tua piattaforma.

Su Internet non c’è assolutamente nessuna garanzia che quello che tu leggi sia vero”.


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