Coronavirus al nord Italia: le due falle nel sistema che si potevano evitare

Ancora aspetti anche paradossali che provengono da questa vicenda di Covid-19. Abbiamo scoperto, i dati scientifici sempre per primi, che esiste un solo focolaio, probabilmente quello del lodigiano, quello cioè della Lombardia meridionale. Da lì sarebbero stati acclarati dei contatti con quello veneto, il resto si tratta fondamentalmente di casi isolati.

La prima falla: chiudere i voli diretti dalla Cina

È chiaro che c’è stata una falla nel sistema. Questa falla è doppia. La prima forse è quella più generale, ma trova un po’ impreparati tutti quanti i paesi, anche quelli che adottano altre strategie: e cioè chiudere soltanto i voli dalla Cina.

Diretti non è potuto bastare, ma forse non bisognava nemmeno chiuderli, quello che si doveva fare era cercare di fare epidemiologia sul campo. Field Epidemiology, così la chiamerebbero gli inglesi. Andavano dunque tracciati tutti coloro che in qualche modo venivano dalla Cina. La cosa naturalmente è molto complicata perché qualcuno potrebbe pure scegliere di passare 5 giorni da una parte, 10 da un’altra e poi rientrare. Sarebbe dunque molto complicato rintracciarli, però è quello che forse si doveva fare.

La seconda falla all’ospedale di Codogno

Poi è chiaro che qualche falla nell’ospedale di Codogno c’è stata. Qui la raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è l’unica che fa testo: in questi casi non bisogna frammentare troppo le competenze. Anche le prescrizioni devono essere centralizzate, cioè da questo punto di vista deve essere riportata a un unico capo l’economia regionale. In questo mi pare che non ci possano essere discussioni.

Le discriminazioni

Il fatto paradossale è che, dopo secoli, si stanno rovesciando le discriminazioni. Come il caso di quei pullman di turisti veneti che arrivati a Ischia sono stati accolti a male parole.

Tra le parole degli ischitani ce una frase che mi ha colpito: “Ogni volta che venivamo su ci avete detto che avevamo il colera, che eravamo zozzi, che eravamo infetti, adesso è il momento che ve lo beccate voi”.

Al di là della cosa che potrebbe addirittura far sorridere, vorrei che gli italiani non cercassero il peggio di loro stessi in queste occasioni. Ma mi sa che ci stanno provando.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi


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