Codogno è diventata la zona simbolo della diffusione del coronavirus. Qui sono stati individuati i primi casi e questo è stato uno dei primi paesi ad essere stato messo in quarantena. Ad oggi però l’emergenza del coronavirus si è estesa ad un’area molto più ampia del paese e i provvedimenti iniziano a coinvolgere tutta l’Italia. Tra questi ha fatto molto discutere la decisione odierna che ha stabilito la chiusura di tutte le scuole e le università fino al 15 marzo.
Siamo entrati con la video camera proprio a Codogno, in una delle strade principali, grazie al collegamento con il dott. Ezio Scarpanti, medico in quarantena che descrive la situazione del paese in questo momento.
Ecco il video a ‘Lavori in Corso’.
“La situazione è questa da venerdì scorso, dal primo caso di coronavirus. io da medico non mi aspettavo il contagio in una cittadina come Codogno ma in una grande città. La mia idea è che questo virus fosse già presente nel nostro territorio prima del primo tampone risultato positivo, vedevamo già nei mesi precedenti delle polmoniti atipiche. Intendo polmoniti che hanno un decorso – nonostante le terapie – molto lungo. Io credo che se avessimo fatto dei tamponi anche prima sarebbero risultati positivi.
Io giovedì ho fatto il tampone, per tutelare me, i miei pazienti e i miei parenti. Non ho però ancora l’esito. L’isolamento delle comunità in cui sono stati individuati i casi positivi è l’unica soluzione. Però nella mia zona alcuni comuni comuni vicinissimi sono stati indicati nella zona critica e altri no, non capisco la ratio di questa scelta. Ci sono delle contraddizioni che non mi so spiegare
Vorrei che passasse il messaggio che i cittadini di Codogno non sono gli untori per questa infezione. Abbiamo avuto la fortuna o la sfortuna di aver avuto la prima diagnosi fatta nel nostro ospedale, ma vorrei che la cittadinanza e il personale medico e infermieristico venisse rispettato per quello che fa”.
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