“Non si possono abbassare le tasse“, “dobbiamo pagare il debito delle precedenti generazioni“. Lo ripetono fino alla nausea (e fino a farla venire agli altri).
Le tasse non servono a pagare la spesa pubblica, al contrario di quanto sostengono questi palloni gonfiati.
E’ la spesa pubblica che crea ricchezza, sapete?
Tramite la spesa pubblica lo Stato crea investimenti, scuole, ponti, infrastrutture, ospedali.
Viceversa, con le tasse lo Stato drena quella liquidità che solo lui può mettere nel sistema e riporta a casa quella liquidità in eccesso che in condizioni di piena occupazione creerebbe la tanto temuta inflazione.
I miliardari che temono tanto l’inflazione dovrebbero spiegarci perché negli ultimi dieci anni Draghi non è riuscito ad aumentarla neanche di un euro.
Semplice, perché la gente non spende, perché non c’è domanda effettiva né sicurezza, non c’è stimolo agli investimenti né spesa pubblica.
C’è invece taglio di spesa pubblica, taglio di pensioni, di sicurezza, tagli di tutto ciò per cui la vita vale la pena di essere vissuta.
E loro tutto questo lo chiamano “efficienza”.
Io personalmente lo chiamo “ingiustizia”.
Ma lo chiamo anche prendersi gioco della povera gente, di quelli che non sanno come stanno le cose e pensano veramente che lo Stato abbia bisogno delle tasse per poter spendere, quando in realtà la moneta lo Stato la crea dal nulla, schiacciando un bottone.
In un mondo normale uno Stato non dovrebbe pagare interessi a banche speculative private, ma avrebbe la sua Banca Centrale alla quale per equità sociale e ordine pubblico ordinerebbe di comprare i titoli del debito pubblico.
Così si vive in un mondo normale, così si agisce con buonsenso.
Loro però queste le dicono “blasfemie” e, purtroppo, c’è chi gli crede perché è stato indottrinato in questo modo. Mi dispiace per loro.
Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi
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