“Al momento nessuna parte d’Italia come la Lombardia” ► Il Viceministro della Salute Pierpaolo Sileri

Oltre 100 mila i contagi nel mondo e 4.636 i positivi in Italia. Stando all’ultima conferenza stampa della Protezione Civile oggi in Italia sono 589 i guariti e 36 i deceduti, di cui 19 in Lombardia, 11 in Emilia Romagna, 2 nelle Marche, 1 in Veneto, 1 in Liguria e 1 in Puglia.

Oltre ai dati, a scuotere la popolazione la notizia di questa mattina che vede tra i positivi al coronavirus anche il Presidente della Regione Lazio e leader del PD Nicola Zingaretti. Vicenda che apre a molte domande: qual è l’andamento dell’epidemia? Come commentare questi numeri? In quali occasioni si procede con il tampone?

Luigia Luciani e Stafano Molinari ne hanno parlato con il Viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri. Ascolta la sua intervista nello speciale di ‘Lavori in Corso’.

“Né ottimismo né pessimismo, per capire dovremo ancora aspettare diversi giorni. Piccole oscillazioni non determinano differenze. Al momento ci troviamo con le aree che già conosciamo, ovviamente la Lombardia ha un numero importante di casi, e poi ci sono dei casi sporadici in altre regioni. In ogni caso ciò che abbiamo osservato in Lombardia non sta accadendo in nessuna altra parte d’Italia.

Stiamo lavorando per aumentare le apparecchiature per le terapie intensive, la macchina è in modo ed è pronta per reagire. Tutto dipenderà anche dalla velocità di contagio. Grazie a Dio le opere che abbiamo messo in atto servono e dovrebbero servire a rallentare quanto più possibile il contagio interumano.

Ho ricevuto molte segnalazioni, le persone non tengono la giusta distanza, viene spontaneo stringere la mano… Bisogna fare un invito forte alla popolazione, rafforzare quanto più possibile questi consigli. Non vorrei arrivare al punto di dover obbligare al rispetto di una norma comportamentale. Serve maggior rispetto degli altri e spero che la consapevolezza di ciò che sta accadendo intorno a noi, ciò che sta accadendo in Lombardia rimanga vivo dentro le persone.

Quando si interviene con i tamponi? Se si chiama uno dei numeri è perché ci sono dei sintomi, raccontando i sintomi chi risponderà al telefono ricostruirà la possibilità che possiate avere o meno un’infezione da coronavirus. Da lì scatta tutto il processo di allarme che porta anche al controllo mediante tampone.

I tamponi non vengono fatti per una questione economica? In America 1500-3000 dollari… No, assolutamente no. Sapete le differenze di costi tra Italia e Stati Uniti, noi non abbiamo bisogno della carta di credito per fare un tampone. Il prezzo reale di un tampone saranno 60-70 euro. 100 se ci mettiamo il costo del personale e degli straordinari. Ma il costo non è assolutamente 1500 euro. Il punto non è non fare il tampone per il costo o perché la struttura non riesce a farlo, è per uniformare le positività di coloro che sono sintomatici e far sì che questo numero sia in linea con quello che viene fatto secondo le linee guida dell’OMS. All’inizio abbiamo fatto tanti tamponi perché dovevamo delimitare delle aree, ma se uno è completamente asintomatico il tampone non deve farlo”.


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