Se non fosse così noto chiunque stenterebbe a crederlo. Cristiano Ronaldo oggi spegne 34 candeline giocando come un ventenne. No, non intediamo nello stile (e pure quello ci sta) ma nella voglia e nell’entusiasmo di farlo. Dopo centinaia di vittorie e dozzine di trofei vinti il campione di Funchal continua a scendere i n campo come se fosse la prima volta.
“Quando mi ritirerò, guarderò le statistiche e voglio vedere se sono tra i più forti di sempre. Ci sarò di sicuro“, recita uno dei tanti aforismi del fenomeno della Juventus, che oltre ad insaccare il pallone è bravo anche con le frasi ad effetto, suo marchio di fabbrica.
Inutile dilungarsi del suo vero talento: dare spettacolo con la palla al piede, come ampiamente dimostrato con le maglie di Sporting Lisbona, Manchester United, Real Madrid e Juventus a partire dall’Andorinha con la quale aveva già iniziato a scrivere la storia. Divenne infatti il ragazzino più pagato del paese dopo la trattativa coi biancoverdi di Lisbona ma nessun record potrà mai eguagliare la stima di Sir Alex Ferguson che al suo arrivo a Manchester lo convinse a indossare la 7 di George Best. Quest’ultimo è un cognome che ispirerà molto la sua storia, perché Ronaldo risulterà il migliore al mondo per ben 4 volte con il Real Madrid, 5 in totale eguagliando il rivale di sempre Lionel Messi, che però supera nel portafoglio, con dei beni patrimoniali immensi: una catena di Hotel che ha il suo marchio, CR7, loft extralusso nel cuore di Manhattan e un aereo privato, condito da una collezione immensa di auto sportive.
Nonostante tanto sfarzo però il fuoriclasse della Juventus ha avuto anche momenti di oscurità, non tanto in campo quanto in tribunale, dove il fisco spagnolo lo richiama dal 2015. “Non ho nulla da nascondere” ha sempre detto Ronaldo, che ha sempre conservato le forze psicologiche in modo eccelso per continuare a stupire i tifosi.
Maniacale nel corpo e nella prestazione, CR7 è sempre stato considerato un esempio di resilienza per chiunque, perché chiunque può arrivare in alto con la stressa dedizione. L’esempio di Ronaldo è un messaggio per tutti i bambini che sognano la sua maglia in strada ma anche un importante lezione che nulla è impossibile con la giusta tenacia.