La scienza ha indubbiamente un suo legittimo campo di applicazione e di ricerca. Esso chiede di essere riconosciuto e rispettato nella sua specifica operatività.
La scienza si occupa di porzioni delimitate della realtà e opera secondo una ragione calcolante: insomma, nel suo campo specifico la scienza è insostituibile.
Tuttavia proprio in nome del rispetto che occorre tributare alla scienza, bisogna distinguerla accuratamente da pratiche che nulla hanno a che vedere con essa.
Vorrei a tal riguardo svolgere due considerazioni:
- La scienza non può degenerare, come diceva Karl Jaspers, nella superstizione scientifica di chi pensa che il metodo scientifico possa valere in universale, come se tra tutti i saperi la scienza fosse il solo valido.
Vi sono infatti campi in cui la scienza non ha assolutamente nulla da dire: penso all’etica, alla politica, all’estetica o alla teologia.
“La scienza non ha a che fare con la verità, bensì con la certezza”, diceva Hegel. Può dimostrare la certezza del punto dell’ebollizione dell’acqua, ma non può discernere sul senso del mondo o su Dio.
Una scienza che pretende di essere il solo sapere valido, cesserebbe proprio per questo di essere scienza e scadrebbe nella superstizione scientifica. - “La scienza dovrebbe procedere per congetture e confutazioni“, direbbe Popper, non certo con i dogmatismi che si impongono secondo la forma dell'”ipse dixit”.
Emblematiche restano le polemiche di Galileo contro Simplicio e i dogmatici di ogni tempo.
Rispettare la scienza quando si mantiene nel suo campo, dubitarne invece quando pretende di essere il solo sapere valido e non proceda criticamente, ma dogmaticamente.
Come sta accadendo ora, addirittura alcuni scienziati vengono silenziati per legge con il bavaglio e le sanzioni perché portatori di tesi scientifiche differenti da quelle dominanti.
Stiamo paradossalmente assistendo molto spesso al trionfo di una scienza che procede violentemente, occupa il posto vacante della religione e si trasfigura essa stessa in una nuova religione, con i suoi sacerdoti, i suoi riti e la sua inquisizione.
Questa non è più scienza: la scienza procede alla maniera di Galileo, ovvero dialogando, e non punendo il falso, bensì confutandolo scientificamente.
La scienza vera vuole che guardiamo dal cannocchiale per fare esperienza delle cose certe, quella dogmatica si rifiuta di guardare nel cannocchiale e preferisce silenziare le voci non allineate, preferisce la sanzione al dialogo e diviene una religione dell’intolleranza che nulla ha invero a che vedere con la nobile scienza di Galileo e di Newton.
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