Il virus c’è ed è all’origine della crisi emergenziale planetaria. Allo stesso tempo però è vero che questo virus per virtù sua o per lo scaltro utilizzo della ragion liberista sta sempre più rinsaldando l’ordine global-capitalistico. Non vi è dubbio che dalla crisi provocata da questo virus esca potenziato l’ordine liberista: l’unica relazione consentita per legge è quella dell’acquisto di merci. Ogni altra relazione sociale è stata ibernata.
La figura chiave è quella del contagiato asintomatico, ciò che rende tutti e ciascuno possibili contagiati e possibili contagiatori. Questo alimenta un clima di sospetto e ostilità tra gli esseri umani, favorendo l’individualizzazione della società, fondamento del liberismo. I soli che lucrano e vedono i loro affari procedere a gonfie vele sono le multinazionali e i colossi dell’e-commerce, pagando tassazioni sul 3%. Muoiono invece i piccoli imprenditori, le piccole imprese.
Dopo esser stata realizzata la ribellione delle élite – che ha riplebizzato le masse e cannoneggiato i lavoratori con riforme liberiste, privatizzazioni e privazioni dei diritti dei lavoratori – ora siamo di fronte alla secessione delle élite dominanti. Questa è tesa a far si che l’asimmetria compiuta non possa essere più revocata, che la lotta di classe che le élite stanno vincendo non possa vedere un ritorno allo scontro delle masse popolari. Le plebi sono per legge rinchiuse in casa e isolate, senza possibilità di organizzazione sociale.
Prossimo passo della classe dominante? Allungare sine die la ripresa della normalità, in modo che l’eccezione diventi la normalità e che da questa situazione non si esca pienamente mai più.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro
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