Italia-Germania 1970 ► Il mio consiglio per la quarantena in TV

L’Italia si ferma, ma non si fermano i ricordi. E proprio in questi giorni in cui il tempo sembra avere assunto nuove sfumature, perché non approfittarne per rivedere alcuni di quegli eventi che hanno cambiato la Storia? Abbiamo chiesto ai nostri opinionisti di parlarci dell’evento da rivedere assolutamente in questi giorni di quarantena. Quel momento leggendario, indelebile e tanto importante da aver in qualche modo cambiato per sempre le nostre vite… Ecco il consiglio di Alessandro Vocalelli.

Tempo di televisione, di trasmissioni e partite da rivedere, perché anche i programmi e le serie – in tempi di coronavirus – si fermano. Normale andare alla ricerca di un’emozione, di qualcosa che è stato ma riesce sempre a procurarti un brivido.

Nel mio caso, e forse abbastanza banalmente, la Partita – non a caso definita la partita del secolo – è stata quella del 17 giugno del 1970 tra Italia e Germania.

Sarà anche perché il ricordo va a quella fenomenale sfida vissuta in famiglia, con gli affetti della famiglia, alle trepidazioni di un adolescente di fronte a un Evento capace di fermare l’Italia e radunare all’Azteca di Città del Messico oltre centomila persone.

Uno spettacolo di folla, che in questi giorni rimpiangiamo e speriamo di poter rivivere presto. E poi la partita, anzi come detto la Partita, con uno svolgimento, e non una cronaca, da film di successo.

L’Italia a un soffio dalla vittoria nei tempi regolamentari, raggiunta in extremis e capace di vincere ai supplementari, con Rivera capace di mettere il pallone da una parte e far andare il portiere dall’altra.

Certo, sono stati tanti altri i momenti che hanno segnato una vita sportiva, dagli incontri in piena notte di Benvenuti, a certe tragiche gare di Formula Uno che ci hanno strappato campioni e straordinarie persone, alle volate di Pietro Mennea, alle sfide ciclistiche, ma quella Partita del Secolo sarebbe da rivedere perché mezzo secolo dopo saresti capace di ricordare ogni azione, ogni parola di Martellini, ogni gesto di delusione e di gioia in un’Italia, in un mondo, per il resto irriconoscibili.

Alessandro Vocalelli


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