La paura fa fare sciocchezze, ma i giornalisti tedeschi di Die Welt hanno ruzzolato alla grande sulla scia del populismo. La testata conservatrice teutonica ha suscitato l’ira delle istituzioni italiane per un articolo pubblicato nelle ultime ore in cui si asserirebbe che i possibili fondi generati dagli Eurobond sono a rischio di finire nelle mani della mafia, qualora giungessero in Italia.
Durissima la reazione del Ministro degli Esteri Di Maio, a cui si è accodato il Presidente della Commissione Antimafia e compagno di partito Nicola Morra.
A ‘Lavori in Corso’ arriva l’altolà del senatore grillino che fa notare come gli interessi della mafia siano in realtà cosa che va ben oltre i confini italiani, soprattutto dopo Schengen.
Ecco l’intervista di Stefano Molinari e Luigia Luciani.
Nicola Morra: “I tedeschi parlano di mafia, ma i capitali mafiosi arrivati lì in passato non gli hanno fatto schifo”
“Parecchie inchieste giudiziarie già a partire dagli anni ’90 hanno dimostrato come interessi di mafia cosiddetta si siano ormai impiantati in maniera molto solida e ramificata per esempio nei territori dell’ex Germania dell’est. C’è un libro di Sabrina Pignedoli, europarlamentare, in cui si citano tante intercettazioni di mafiosi italiani che davano mandato affinché si rilevassero attività commerciali ed economiche nell’edilizia subito dopo il crollo del Muro di Berlino: è da almeno trent’anni che i capitali di Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra sono arrivati in Germania.
Poi i nostri amici tedeschi sono rimasti terrorizzati dalla strage di Ferragosto a Duisburg di più di dieci anni fa e hanno capito che forse anche da loro c’è qualche problema. Si ritrovano quantitativi sempre più importanti di cocaina nei porti dell’Olanda e non solo, inoltre sono molteplici le occasioni in cui i magistrati italiani hanno dimostrato la presenza accertata di locali di ‘Ndrangheta in Olanda, Germania e Austria. Poi leggiamo giudizi che sono semplicemente affrettati.
Una battaglia che noi portiamo avanti in sede europarlamentare è quella di estendere al livello europeo la legislazione antimafia italiana anche a tutti gli altri paesi in cui, causa Schengen, causa regole europee che hanno consentito la movimentazione di capitali senza grandi controlli alla frontiera, ora si ritrovano spesso e volentieri capitali riciclati di mafia.
Le mafie trasferiscono i loro capitali anche dove normativamente non possono essere facilmente aggredite, per cui i rappresentanti tedeschi e olandesi dimenticano troppe volte che pecunia non olet e che quei soldi a loro non hanno fatto schifo.
Vorrei un’Europa più unita che presti attenzione soprattutto ai più deboli, anche per prevenire interessi di natura mafiosa che magari sono storicamente nati in gran parte del nostro paese ma che adesso si trovano tranquillamente anche in Canada, in Australia, in Germania, in Olanda e se non sbaglio anche in penisola scandinava. Facciamo attenzione, perché le mafie sono poteri transnazionali che hanno approfittato della globalizzazione dei capitali per ottenere il massimo profitto possibile“.
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