Il Coronavirus, come ogni emergenza, sta mettendo sottosopra la vita di ogni società, ma a farne le spese sono sempre le persone più precarie. Al dramma dell’emergenza Covid-19 si aggiunge quello di tutti gli italiani sparsi per il mondo che a causa della crisi sanitaria ed economica hanno perso il loro lavoro e non possono nemmeno tornare a casa.
Chiedono al loro Paese un aiuto, ma lo stesso Stato che prima li ha costretti alla fuga all’estero, adesso pare dimenticarsi di loro. Un paradosso che ha colpito anche un gruppo di 150 italiani residenti in Spagna, nella zona della Costa del Sol. 80 persone a Siviglia, 70 a Malaga. Ragazzi ai quali non viene garantito il diritto di tornare a casa. Non hanno più un’occupazione e non possono spostarsi dal loro domicilio.
A raccontarci la loro storia sono state Imma, Giorgia e Rachele. Hanno soltanto una richiesta: un volo in partenza da Malaga ad un prezzo accettabile.
Ecco la loro testimonianza in diretta con Zeljko Pantelic, Luigia Luciani e Ilario Di Giovanbattista.
BLOCCATE IN SPAGNA SENZA LAVORO E SENZA SOLDI: “Lo Stato invece di aiutarci si prende gioco di noi” ► La storia di Imma, Giorgia e Rachele
“Io sono riuscita a tornare ieri – spiega Imma- dopo che con il gruppo di Malaga abbiamo tartassato Farnesina, ambasciata e quant’altro. Alla fine ci hanno messo a disposizione un volo della Neos a 400 euro, pur sapendo che stavamo in una condizione disperata: senza lavoro, senza un affitto, senza soldi per comprarci da mangiare.
Nel frattempo l’ambasciata ci mandava mail prendendoci in giro e dicendo che avremmo dovuto chiedere aiuto ai nostri familiari. Ovviamente, vista la situazione, le nostre famiglie non hanno più un lavoro ed uno stipendio. La mia si è dovuta indebitare per farmi rientrare a casa.
Tra l’altro parliamo di un volo nemmeno sicuro. Non c’erano controlli, le hostess indossavano una semplice mascherina di carta, l’aereo era semi-pieno. Ora i miei colleghi sono rimasti lì. La Farnesina continua a mandare email di copia e incolla, senza darci una risposta. Chiediamo di mandare un aereo all’aeroporto di Malaga. Non possiamo partire da Madrid perchè spostarsi da una città all’altra è impossibile. A che cosa serve un’ambasciata italiana all’estero?”
“Onestamente sono prezzi fuori dal normale – prosegue Rachele – Stiamo parlando di un volo di circa 2 ore e di ragazzi che hanno perso un lavoro. Abbiamo saputo che gli altri stati europei non si sono fatti problemi per mettere a disposizione voli dello stesso tipo. Ovviamente l’Italia è uno dei pochi Paesi che non rimpatria a proprie spese. Ma lo fa addirittura a prezzi superiori. Qui non siamo tutti figli di papà“.
“Io abito a Valencia – aggiunge Giorgia – e per partire da Malaga dovrei arrivare un giorno prima. Questo perché l’aereo parte solo la mattina e non avrei il tempo necessario per fare tutto in un’unica giornata“.
“Quando ho mandato la mail all’ambasciata – dice Imma – ho chiamato per sapere se fosse stata visualizzata. La loro risposta è stata: ‘Signorina, ma lei pensa che noi mandiamo risposte personalizzate a tutti quelli che c’inviano una mail? Si faccia bastare la risposta automatica che ha ricevuto‘.
Semplicemente, arrangiatevi da soli. La stessa risposta che abbiamo avuto dalla segreteria del caro ministro Di Maio. Se n’è fregato ulteriormente. Perchè al nostro caro ministro Di Maio interessa più regalare i soldi alla Tunisia. Questo è il nostro Governo. Queste sono le nostre ambasciate. Non servono a nulla.
Con questo nuovo Governo la nostra colpa è di non essere extracomunitarie. Perché se lo fossimo state avremmo avuti tutti gli aiuti possibili e immaginabili”.
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