Non è difficile ipotizzarlo, in effetti. Per farlo, occorre essere complottisti, diranno gli autoproclamati professionisti dell’informazione. Per farlo, occorre avere mantenuto ancora una pur minima soglia di senso critico, preferiamo dire noi, quella minima soglia di senso critico, per intenderci, che ci induce a non berci tutte le fandonie che il potere diffonde per riprodursi e potenziarsi indisturbato
Ebbene, forse ciò che da più di due mesi stiamo subendo in silenzio potrebbe benissimo essere anche un grande esperimento sociale. Una prova che la classe dominante del padronato cosmopolitico, approfittando del virus (o addirittura producendolo in laboratorio), sta gestendo ad usum sui: per riforgiare i rapporti di forza a proprio esclusivo vantaggio, certo, usando il distanziamento sociale come nuovo principio di organizzazione della società. Ma poi anche, in modo sinergico, per capire quanto sia facile da cittadini ridurci in schiavi anzitutto mentali, che amano droni e tracciabilità, esercito per strada e delazione.
Se così fosse, l’esperimento sarebbe riuscito: forse non ve ne siete accorti, ma siamo già a tutti gli effetti schiavi.
Schiavi che accettano tutto, anche le decisioni più meschine e umilianti imposte dal governo, pur di sopravvivere. Pur di sfuggire al contagio. È un dispositivo perfetto: se volete salvarvi – ripetono ossessivamente le centrali del potere – dovete eseguire tutto ciò che vi imponiamo. Senza se e senza ma. Poco curandovi del fatto che possa essere incostituzionale.
Del resto, la Costituzione e il Parlamento, le libertà e i diritti possono essere sospesi, se si tratta di sopravvivere: questo il subdolo inganno che il potere usa e al quale i più cedono, come schiavi perfetti che amano le proprie catene. E che, diciamolo, si rivelano schiavi ideali: quelli che pur di fare salva la vita rinunciano alla libertà e accettano di buon grado il gravame di ogni catena.
Dicono che, se agiscono così, è per il vostro bene e per la futura libertà: è un paradosso, in nome del bene e della libertà a venire vi negano entrambi nel presente che stiamo vivendo. E intanto arriva la seducentissima app della tracciabilità: per evitare i contagi, dicono. E intanto vi sorveglieranno come nemmeno nelle distopie di Orwell e Huxley.
Dicono che sarà facoltativo: e, intanto, già trapela la possibilità di limitazioni di spostamento per chi non userà la app. Che è un po’ come dire: siete liberi di non usarla, ma se non la usate, non potete muovervi.
La libertà del più bieco ricatto, insomma.
Addirittura si parla della possibilità di braccialetti elettronici. E intanto a Torino, domenica, alcuni ragazzi sono scesi in strada a protestare contro la reclusione, contro gli arresti domiciliari pudicamente detti lockdown: difendevano soltanto dei ladri, si affrettano a dirci gli autoproclamati professionisti dell’informazione per zelo comunicativo o, come malignamente hanno detto alcuni, per evitare l’effetto domino nelle proteste in tutta Italia.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro
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