La data del 4 maggio si avvicina e la famigerata fase 2 è sempre più alle porte. Nel mentre il Governo è al lavoro per farsi trovare pronto all’appuntamento con la riapertura del Paese. In questo quadro s’inserisce anche l’informativa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte intervenuto nel pomeriggio prima alla Camera e poi al Senato per riferire sulla ripartenza definita “omogenea” e “pianificata”.
Perciò il Governo si prepara ad inviare al Parlamento una richiesta di scostamento pari a una cifra ben superiore a quella stanziata a marzo. E’ in programma infatti uno stanziamento di almeno 50 miliardi che si aggiungeranno ai 25 già messi a disposizione nel precedente decreto.
Stefano Molinari e Luigia Luciani hanno intervistato in proposito Franco Mirabelli, Vice Presidente dei Senatori del Partito Democratico.
Nuove garanzie per famiglie e imprese
“Dobbiamo accelerare la ripartenza nella piena sicurezza dei lavoratori e cittadini. Molte grandi aziende come Fca si stanno attrezzando per tutelare i propri operatori.
Allo stesso tempo dobbiamo garantire il sostentamento dei cittadini. Mi pare che con i 25 miliardi del decreto Cura Italia un pezzettino l’abbiamo fatto. Non è una cifra enorme, però intanto abbiamo garantito 600 euro a 5 milioni di persone.
Ci stiamo attrezzando per votare la prossima settimana un altro sforamento di bilancio con l’idea di mettere almeno altri 50 miliardi a disposizione per sostenere imprese e lavoratori di tante categorie. Penso ai lavoratori della cultura e di tutti quei settori non compresi nei decreti precedenti.“
Cosa accadrà dal 4 maggio?
“Penso che il 4 maggio ci saranno tutte le condizioni per ricominciare. Già mi pare che in questi giorni e in queste settimane le aziende che potevano aprire l’hanno fatto.
E poi dovremo ragionare anche sul fatto che le grandi città dovranno cambiare i tempi di funzionamento. Dubito che tutti gli uffici possano aprire alla stessa ora. Questo vuol dire aumentare gli orari di apertura degli esercizi commerciali.”
Allo studio soluzioni per i minori
“Non penso che le scuole possano riaprire perché non siamo nelle condizioni di sanificarle tutte e di garantire il distanziamento sociale. A settembre bisognerà ripartire con regole nuove.
Anche oggi in Parlamento e in alcune nostre riunioni abbiamo discusso di come aiutare le famiglie con figli. Certamente non possono reggere ancora molto con le scuole chiuse, i genitori al lavoro, i nonni in isolamento.
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