Il virus non sparirà: dobbiamo abituarci a un’altra vita che comporta ancora restrizioni

Galoppiamo in fretta verso la fase 2 che nessuno sa come sarà, perché effettivamente questo non lo sappiamo ancora. Sappiamo che ci sono alcuni parametri che ci debbono interessare. Uno di questi è l’RT (R con T) che noi chiamiamo R0 (R con zero). Sostanzialmente quante persone infetta una persona che abbia contratto il Coronavirus. Noi siamo partiti da un valore che era intorno a cinque, cioè una ne infettava quasi cinque. Adesso siamo al fatto che una ne infetta meno di un’altra. Questo dobbiamo mantenere non avendo potuto conseguire un’immunità di gregge, visto che, per quanto possano essere sottostimati, i contagiati dei calcoli delle università non arrivano a più di dieci milioni, dunque non sufficienti.

Ecco che non avendo ancora un vaccino la cosa che possiamo fare, e abbiamo fatto, è fare una barriera tra i luoghi più contagiati e quelli meno e cercare di preservarci per sfruttare poi momenti migliori.

Ma il problema sussisterà, nel senso che dobbiamo abituarci a un’altra vita, a una vita che comporta ancora restrizioni di vario tipo. Non tanto per la ragione che uno potrebbe essere convinto di essere immune o di non prendersi questa malattia, ma deve proteggere comunque gli altri. Per questa ragione, seppure tu vuoi essere concentrato sul fatto che a te non prenderà, c’è un dovere verso gli altri. Metterti la mascherina, lavarti le mani, cioè fare in modo che se per caso tu sei positivo non lo trasmetti ad altri.

Non sappiamo nemmeno in quanto tempo ci si negativizza; probabilmente ci vuole più tempo. Non sappiamo quanto durerà questa negativizzazione se per caso si dovesse ripresentare la forma pandemica. Quello che sappiamo è senz’altro che il virus non sparirà, come è normale che sia, che ci farà ancora compagnia. Dunque la necessità è quella conviverci, non tanto di eliminarlo, cosa che francamente è impossibile e aspettare che prenda poi altre strade. Questo tentativo lo faremo soprattutto questo autunno-inverno, quando dovremo stare attenti che non si riaccendano focolai. Ma questa è l’attenzione che dobbiamo porre anche adesso.

E’ una fase ancora interlocutoria perché ci sembra quasi di esserne fuori ma non ne siamo fuori veramente, anzi dobbiamo stare attenti a eventuali ricadute. L’augurio è il solito: che ce la facciamo tranquillamente. Il pensiero è che bisogna stare comunque attenti.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi


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