“Lotito si ricordi dei 2 miliardi e mezzo di debiti della Serie A” ► Avv. Stendardo (ex giocatore)

Ai piani alti del calcio italiano non si è ancora deciso verso quale direzione far rotolare il pallone. Nonostante le venti società di seria A abbiano firmato un accordo congiunto che prevede la ripresa del campionato, alcuni presidenti delle stesse squadre si dividono nelle dichiarazioni.

Da una parte il presidente della Lazio Claudio Lotito che ha più volte espresso il bisogno di ripartire. Dalla parte opposta si schierano altri componenti della Lega come Urbano Cairo, Massimo Cellino e Massimo Ferrero rispettivamente presidenti di Torino, Brescia e Sampdoria.

Nel mezzo le ragioni della scienza. Con una lettera di venti pagine indirizzata alla commissione tecnico-scientifica della Figc, i medici sportivi di quasi tutte le squadre del campionato (escluse Juve, Lazio e Genoa) chiedono chiarimenti sul protocollo realizzato dagli esperti della Federcalcio. Una problematica emersa in modo evidente riguarda i risvolti legali se un calciatore in allenamento risultasse positivo al Coronavirus.

Per cercare di sciogliere alcuni nodi sull’attuale situazione del calcio italiano è intervenuto ai nostri microfoni Guglielmo Stendardo, ex giocatore che per anni ha militato in diverse squadre di serie A, adesso avvocato sportivo.

Ecco la sua intervista a Radio Radio Lo Sport.

La salute prima di tutto

“Io credo che di fronte a interessi in conflitto debba prevalere il diritto alla salute. Ci sono degli interessi economici importanti in ballo e mi riferisco soprattutto alla Seria A. Purtroppo il virus ha messo in evidenza i limiti umani e la tutela sfrenata degli interessi personali. Sono d’accordo con il ministro Spadafora quando dice che lo sport non è solo il calcio e il calcio non è solo la serie A”.

Il calcio in punta di diritto

Se il principio per ripartire è il distanziamento sociale, come vale nelle aziende e nelle scuole, perchè non dovrebbe valere nel calcio. I dubbi sono tanti anche dal punto di vista giuridico, perchè qualora ci dovessero essere dei contenziosi, i giudici dovranno giudicare sulla base di un evento che non si è mai verificato.

L’Inail afferma che gli atleti sono una categoria a rischio e che il Covid è da considerare una malattia del lavoro. Quindi ci sarebbero delle ripercussioni legali da affrontare per le società. Occorre un intervento legislativo che chiarisca tutti questi aspetti. In merito alla questione stipendi dei calciatori non si sa come si regoleranno i giudici”.

Il vertice si sta staccando dalla base

Noi parliamo di Serie A perchè è l’industria del calcio. Però dietro c’è un mondo di dilettanti che vive sull’isola dell’abbandono. E sono oltre un milione di tesserati, 66.000 squadre. Non sono eroi, nè idoli delle folle, ma sono uomini e realtà prive di tutele.

Cogliamo l’occasione per non staccare troppo il vertice dalla base perchè altrimenti si perde quel coinvolgimento di tutti noi sportivi che amiamo questo sport. Mi auguro che questa sia l’occasione per moralizzare un sistema che negli ultimi tempi ha perso l’equilibrio.

Mi auguro che ci sia un ridimensionamento e mi riferisco al costo dei cartellini dei giocatori e agli ingaggi. Questi nodi vanno affrontati seriamente. Sento cifre assurde, in un momento come questo io credo che bisogna riflettere. Il vero dramma è che oggi ci sono oltre 25.000 morti. Se il calcio riuscirà a ripartire ne saremo tutti contenti, però cerchiamo di tutelare la salute. Cogliamo l’occasione per effettuare una riforma del sistema.

La sostenibilità va messa al centro. E’ vero quello che dice il presidente Lotito, che il calcio dà un miliardo e 250 milioni all’erario, però è anche vero che ante-virus il sistema della Seria A ha fatto 2 miliardi e mezzo di debiti. Cerchiamo di riequilibrare il sistema. Cerchiamo di creare un fondo salva-calcio che possa andare in contro alle società più piccole. Tra i dilettanti ci sono società che rischiano di scomparire. E tra i dilettanti il 64% è in età giovanile e in età scolastica“.

Recuperare la credibilità persa

L’obiettivo è di trasformare il calcio in una risorsa sociale e culturale rendendolo fruibile in ogni angolo del mondo. Dobbiamo cercare di proteggere e veicolare i suoi valori soprattutto ai giovani. Negli ultimi tempi, purtroppo, si è perso l’equilibrio. Mi auguro che da questo momento così difficile e grave si possa recuperare credibilità e fiducia. E’ importante che ci sia la volontà politica per cambiare alcune cose“.


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