“Sono delle pratiche, ahimè, che costano poco“, dice il Virologo Giulio Tarro con un velo di ironia e un pizzico di amarezza. Si parla della sieroterapia, ovvero di quella somministrazione a scopo terapeutico di sieri contenenti anticorpi specifici contro la malattia che si vuol curare, in tal caso il Covid-19.
E’ successo in Germania ed è accaduto anche a Mantova, dove peraltro nelle ultime 48 ore i contagi sono pressappoco nulli.
Intanto si prosegue nella ricerca del vaccino, soluzione non vista di buon occhio dal Prof Tarro, non tanto per un principio non meglio definito, quanto più perché alcune cure come la sieroterapia hanno avuto risultati strabilianti soprattutto in Cina, dove a detta di Tarro si sarebbero salvati anche alcuni casi critici e il virus sarebbe scomparso in 48 ore dall’organismo del caso interessato.
Ecco l’intervista di Francesco Vergovich e Fabio Duranti a ‘Un giorno speciale’.
“Hanno scatenato una sindrome da panico in nome di numeri insignificanti: i dati sono diversi da come dicono” ► Giulio Tarro
“Diminuzione dei contagi? Finalmente si sta facendo quello che è stato fatto in Corea del Sud, finalmente ci sono tamponi a sufficienza, allora il numero dei contagiati diventa un aspetto importante rispetto anche purtroppo alle vittime. Però le percentuali cambiano continuamente, dobbiamo tenere in considerazione questo soprattutto alla luce della sindrome da panico scatenata da numeri che spesso non hanno avuto molto significato.
“Fanno i conti in tasca all’Italia quando i numeri non sono quelli che dicono”
Abbiamo visto con l’epidemia cinese che gli stessi dati forniti per una mortalità dal 2% al 3% sono stati modificati proprio da Fauci insieme ad alcuni laboratori. Quei dati erano relativi a 1.099 pazienti provenienti da 552 istituzioni ospedaliere dove la causa mortis poteva essere per il 14% dei casi legata a cause cardio-circolatorie e il resto a tante altre patologie che ora non cito. Questo per dire che anche loro parlano dell’1% della mortalità, però sono venuti a farci i conti in tasca quando anche per noi allora le percentuali di mortalità possono essere inferiori a quanto dicono.
La sieroterapia può essere la soluzione
Noi dobbiamo considerare che mentre nella prima SARS non c’era stata molta possibilità di terapia, nel caso specifico della SARS del medio-oriente con percentuale di mortalità del 33% venne autorizzato il prelievo di anticorpi da soggetti guariti, questa è una questione sulla quale ho scritto anch’io per l’Ordine Nazionale dei Biologi e anche per una rivista inglese che si pubblica in Asia con molti lettori.
Perché dico questo? Perché si tratta di un’indicazione data da Pasteur: nell’800 somministrare le gammaglobuline nei casi di tetano voleva dire salvargli la vita. Lo stesso vale per la maggior parte delle malattie infettive, è, diciamo, il nostro vaccino naturale. Anche perché qual è il fine del vaccino? Farci produrre anticorpi.
A riguardo hanno fatto pubblicazioni i nostri colleghi cinesi, che con 200 ml di plasma hanno sconfitto il virus anche in casi critici: non c’era più dopo 48 ore.
Perché in Germania c’è poca mortalità? Perché hanno applicato la sieroterapia.
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