Le finte lotte emancipative di Laura Boldrini: il problema non è la democrazia, ma che gli aguzzini di Colao siano sia uomini che donne

Ciò che è più enigmatico del regime dei mercati è il fatto che esso riesca a ingannare senza tregua i suoi sudditi, illudendoli di essere liberi e facendo apparire emancipative, “trendy” e degne di lode le ogni giorno più robuste catene.

Ne abbiamo avuto oltretutto una nuova prova in questi giorni.
Tutto è partito dalla signora Laura Boldrini, la vestale del globalismo arcobalenico, la quale è da tempo sovrana indiscussa delle lotte fintamente emancipative che nemmeno menzionano la contraddizione economica del capitale.
La vestale arcobalenica si era indignata con le task force nominate dal governo, ma non perché non avessero alcun mandato democratico e nemmeno perché a capitanarle è un top manager ultra-capitalista come il signor Colao (ospite al Bilderberg nel 2018).

Neanche per sogno, la task force non desta alcun moto contestativo nella signora Boldrini, per lei il problema è solo che si rispetti la “parità di genere in task force e prossime nomine“.
Mica vorrete che ci siano solo uomini non eletti a decidere per noi in nome della trinità della scienza, della tecnica e dei mercati.

Se Gramsci fosse vivo lotterebbe per restituire il potere al popolo, per difendere i diritti di chi lavora, per strappare l’egemonia alla classe dominante e ai suoi top manager delocalizzati, che fino a ieri si occupavano del profitto e oggi dovrebbero preoccuparsi dell’interesse nazionale stando nella city di Londra.

Ma la vestale del globalismo arcobalenizzato, la signora Boldrini, lei no.
Lei, che nella sua visione politica rappresenta ciò contro cui Gramsci lottò per tutta la sua vita, si preoccupa solo di una cosa: che le donne figurino in questa oligarchia non eletta.

Il Vis-Conte dimezzato giallofucsia, avvocato dei mercati apolidi, deve aver ascoltato la vestale Boldrini.
Non a caso sul rotocalco turbomondialista ‘La Repubblica’ figurava addirittura ieri come prima notizia: “Conte: Fase 2, più donne nella task force guidata da Colao“.

Vi è chiaro? Siamo al cospetto di una dittatura dei mercati che tuttavia rispetta con cura il genere.
La Costituzione è sospesa, il popolo è privato della sua sovranità, lavoratori, ceti medi e partite Iva sono massacrati senza pietà, ma gli aguzzini sono sia maschi, sia femmine: giustizia è fatta, modello Unione Europea ancora una volta, dove la Lagarde e la Von der Leyen garantiscono che al timone della dittatura del mercato vi siano le donne.

Occorre pensare altrimenti anche su questo: le donne non sono una classe sociale, sono proprio come gli uomini, distribuite variamente sia tra i dominanti, sia tra i dominati.
Emancipazione vera non è posizionare le donne nel polo dominante, ma sopprimere la divisione classista della società di modo che tutti, donne e uomini, siano egualmente liberi.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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