Nessuno spostamento tra regioni prima di giugno: la conferma arriva dal Ministro Boccia, parlando delle linee guida sulla mobilità stilate per la Fase 2.
Nessun contatto interregionale insomma, sebbene in alcune regioni i contagi si contino sulle dita di una mano: discussioni a raffica anche sulle direttive riguardo il comportamento in spiaggia, che genera dibattiti sia nell’opinione pubblica che in parlamento.
Sul fronte economico tanto agognato decreto Rilancio sembra vedrà luce a breve: nonostante le oltre 490 pagine di cui 50 erano ancora in bianco fino all’altro ieri la manovra da 55 miliardi da attuare nella Fase 2 sale già alla ribalta della cronaca.
Dalla regolarizzazione dei migranti alla decisione sulle riaperture totalmente affidata ai governatori, passando per i contributi a fondo perduto per le aziende.
Secondo Pietro Salvatori, giornalista dell’Huffington Post non è però tutto oro quel che luccica e la fiducia che inizialmente zampillava nei confronti del governo ma soprattutto del Premier è, secondo il giornalista, destinata a scemare.
Ecco cosa ha detto a Stefano Molinari e Luigia Luciani durante ‘Lavori in Corso’.
“Già ammettono che il decreto Rilancio non basterà: popolarità di Conte e Governo destinata a scendere” ► Salvatori
Il solo fatto che sia stata valutata la cosa dei congiunti ha secondo me degli aspetti sia orwelliani che di senso logico, cioè io che sono un 36enne posso incontrare mia madre che sfiora i 70 ed è quindi una categoria a rischio ma non il mio coetaneo, quindi il senso logico di quest’operazione è discutibile, ma soprattutto sono state discutibili le prescrizioni su chi puoi incontrare o meno.
C’è uno scivolamento pericoloso in una cosa che somiglia a uno stato di diritto ma che non lo è. E’ pericolosa proprio perché ha una parvenza di normalità.
Vedo ancora persone che guardano male chi corre da solo per strada.
La popolarità di Conte? Io mi ricordo che Gentiloni aveva un indice di popolarità simile al suo, la popolarità non è uno specchio del consenso che hai nel paese. Tra l’altro questa popolarità è scesa di circa 10 punti nelle ultime due settimane.
Noi abbiamo avuto un fenomeno di cessione della fiducia nei confronti di chi governava questo paese perché siamo stati trascinati in una delle emergenze più grandi del dopoguerra.
Tutti noi nelle prime settimane abbiamo concesso il beneficio del dubbio, il problema qual è? Lo ha scritto anche l’ex Ministro Tria: se tu fai un decreto Rilancio che ti vergogni a chiamare decreto aprile, perché poi si sarebbe dovuto chiamare decreto maggio; anche la toppa emergenziale che tu avevi messo si sfibra.
Questo Decreto è stato immaginato per risolvere i problemi di un paese nella situazione di un mese fa: nel frattempo le cose sono corse, i posti di lavoro assottigliati, sempre meno soldi alle imprese e ad oggi arrivi in affanno. E c’è il vceministro Castelli che oggi dice candidamente che non basterà e che serviranno altri 20 miliardi.
L’erosione di quel consenso che gli era stato ceduto acriticamente in questa situazione di emergenza è destinata a galoppare, tant’è che chi parla della situazione politica inizia a parlare non più di una caduta di Conte, ma di una morte per consunzione, quindi di un periodo che può essere più o meno lungo anche per un cambio di passo che non arriva da due settimane con questo decreto. Ci dicono da due settimane “domani arriva”, “arriva giovedì”, “no, arriva sabato” e stiamo così da giorni.
L’altro ieri c’erano ancora intere pagine del decreto Rilancio in bianco: arrivando in ritardo tu ti ritroverai a vedere erosa la fiducia delle persone, perché non avranno soldi in tasca o dovranno licenziare dipendenti.
Finché è stato “chiudiamo tutto”, tutti sono stati in casa e hanno cantato per dieci giorni dai balconi, però poi chi non ha uno stipendio fisso si ritrova in una situazione drammatica.
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