MASCHERINE SONO UTILI O NO? ► Il Prof. Perno spiega come e perché usarle

Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti“.
Forse non pensava proprio a questa situazione Luigi Pirandello nel suo “Uno, nessuno e centomila”, ma l’aforisma si rivela azzeccato più che mai in questi giorni, dove la maschera opprime il volto per un presunto bene superiore.
Sulle mascherine ne sono girate una, nessuna o centomila? Parliamo delle nefandezze, degli errori e tra questi anche delle verità riguardo la reale utilità di questi presidi medici.

Lo scontro è sempre tra loro, i virologi: tra chi la ritiene essenziale e chi sostiene possa essa stessa essere dannosa per la nostra.
Si schiera dalla parte dei primi il Professor Carlo Federico Perno, direttore di Medicina di Laboratorio all’Ospedale Niguarda di Milano: per il professore sarebbe inoltre da smentire il fatto che il virus possa passare all’interno del tessuto della mascherina, una inesattezza che non trova fondamento in quanto le goccioline che fuoriescono da bocca o naso, unica sede del coronavirus, possono essere trattenute.
Scopriamo di più nell’intervista di Fabio Duranti e Francesco Vergovich.

Noi abbiamo bisogno di 60 milioni di mascherine per 60 milioni di italiani. Possiamo utilizzare le mascherine più di una volta per più di un giorno, e su questo non c’è dubbio. Le mascherine riusciamo a distruggerle più noi attraverso trattamenti impropri, tipo lavaggi e disinfezioni rischiando di rovinare quella trama che ci protegge dal virus.

Detto questo è chiaro che poi ci sono purtroppo molte mascherine necessarie e una quantità e produzione molto variegata, quindi la qualità cambia molto.
La mascherina è un presidio assolutamente essenziale del quale non possiamo fare a meno. Ci sono prodotti di qualità migliore e prodotti di qualità minore, ma sicuramente un punto è fermo: la mascherina ci protegge.
Ho sentito qualche imbecillità di qualcuno che sostiene che il virus è più piccolo dei buchi della mascherina e passa attraverso, in realtà le goccioline in cui è trattenuto il virus sono trattenute dalla trama della mascherina.

Chi sostiene che si crei un aerosol respirando con la mascherina ha ragione, ma noi abbiamo tre tipi di virus, tra cui il virus libero, che di fatto nel passaggio da persona a persona non esiste e che si trasmette tramite queste goccioline più o meno grandi in ogni caso trattenute dalla mascherina.

Ogni mascherina dovrebbe avere l’apposito marchio e, data la necessità di averne un grande quantitativo non sono sicurissimo che in tutti i casi tale certificazione sia presente. C’è sicuramente un problema di qualità di questi prodotti.
Guardando il bicchiere mezzo pieno diciamo che avere una mascherina di bassa qualità è sempre meglio che non averla. Certo avere una mascherina che fa schifo può dare un senso di sicurezza che non va bene.
Dobbiamo cercare mascherine di qualità perché adesso non voglio scatenare una polemica, ma ad esempio in ambienti come i supermercati che sono tendenzialmente freddi e noi sappiamo che il virus sopravvive di più al freddo, le mascherine sono veramente essenziali.

Scienziati discordanti? Credo che ad esempio Fauci, che conosco personalmente, lavori in un ambiente piuttosto difficile, con un presidente che sostiene non che il Covid non esista ma quasi.
Dobbiamo quindi attenerci a quelle che sono le indicazioni dell’OMS, la mascherina è indicata ufficialmente da tutti come uno strumento essenziale. Chiaro che se io sto nel deserto del Sahara e la persona più vicina sta a due kilometri forse la mascherina non è indispensabile.

Io non sono mai stato un fautore della mascherina in spazi aperti: il problema è in spazi chiusi dove ci sono assembramenti.
Sul medico di Oxford che ha sostenuto di sperare nella sopravvivenza del virus posso dire che nel complesso l’informazione era corretta, ma espressa malissimo“.


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