28 maggio 2019: Conte sbarca all’Inter. L’allenatore pugliese, dopo tanti successi al timone della Juventus e l’esperienza trionfante al Chelsea, sposa il progetto nerazzurro.
A distanza di dodici mesi Handanovic e compagni si trovano momentaneamente, considerando il blocco della stagione per la pandemia da Covid-19, al terzo posto in classifica alle spalle di Lazio e della stessa Juventus. In Champions League si è materializzata l’eliminazione nel girone con Barcellona e Borussia Dortmund, con la conseguente caduta in Europa League. Nella Coppa Italia invece i nerazzurri devono rimontare la sconfitta nel match di andata della semifinale contro il Napoli.
Tanta carne al fuoco dunque per analizzare l’operato del tecnico nativo di Lecce. Le ‘Teste di calcio’ hanno dibattuto con opinioni anche differenti nel corso di ‘Radio Radio Lo Sport’. Il Direttore Ilario Di Giovambattista e Stefano Raucci hanno moderato un’ampia discussione: ecco cosa hanno detto Alessandro Vocalelli, Fernando Orsi, Luigi Ferrajolo, Franco Melli e Stefano Agresti
Conte ai raggi X: i giudizi sul primo anno alla guida dell’Inter
Alessandro Vocalelli – “Del primo anno all’Inter di Conte mi resta l’idea che si potesse fare di più onestamente. L’Inter è comunque fuori dalla Champions League, in difficoltà in Coppa Italia con il Napoli che aveva vinto a Milano 1-0, e in campionato anche vincendo il recupero ha 6 punti di distacco dalla Juventus e 5 dalla Lazio. Per cui il ruolo di anti-Juve che doveva essere sulla carta dell’Inter in questo momento è a pieno titolo della Lazio.
Molti di noi, a dodici giornate dalla fine, non l’accreditano di nessuna chance di poter vincere lo scudetto. Per l’Inter, dopo gli investimenti fatti con l’acquisto di Lukaku, Barella, Sensi, Godin e a gennaio un altro grande campione che arrivava in Italia dopo Ronaldo cioè Eriksen, di trovarsi così lontana in campionato mi fa dire che non è stato un anno memorabile. Per cui anche il lavoro di Conte non mi sembra un lavoro fino adesso memorabile. E’ chiaro però che non si può giudicare dopo dodici mesi”.
Fernando Orsi – “Secondo me è una valutazione di attesa. Perché in Champions League è fuori però potrebbe conquistare una Europa League, ancora l’1-0 col Napoli in casa potrebbe essere ribaltato. Sta ad otto/cinque punti dalla Juventus. Se noi vediamo l’Inter negli ultimi anni a Natale era prima e poi a febbraio era praticamente fuori dalla lotta scudetto.
Io penso che Conte sia stato un po’ il valore aggiunto dell’Inter soprattutto perché se non c’era lui questa squadra era abbastanza lontana dalla Juventus. Non possiamo non essere un po’ indulgenti con Conte. Quello che non mi è piaciuto di Conte è che ogni volta quando perde c’è sempre un lamento. Ma in generale, a dodici partite dalla fine, io almeno non posso non dargli una sufficienza piena quindi un 6.5”.
Luigi Ferrajolo – “Io credo che abbia fatto abbastanza bene. La sua macchia è l’uscita dalla Champions, perché una squadra di quel livello non doveva uscire. Però ricordiamoci anche che ha costruito una squadra che per molti versi è interessante. Ha avuto una partenza molto forte, poi ha avuto un calo. Questa interruzione ci lascia un po’ nel dubbio. Questo campionato spezzato sul più bello non so fino a che punto sarà attendibile e credibile. Perché l’Inter è arrivata ad un punto in cui o riprendeva a correre o poteva mollare completamente.
Ha qualche problema, come inserire meglio un giocatore della qualità di Eriksen. Ma fondamentalmente ha ridato vita ad una squadra e ad una società che si stava sedendo molto. Poi io non condivido molti suoi atteggiamenti. Il fatto che appunto di non riconoscere, o riconoscere raramente, qualche errore per scaricare sugli altri. Però Conte è questo. Mi sembra che in questo periodo abbia già dato un’impronta ben precisa alla squadra”.
Franco Melli – “Io condivido niente di quello che ho sentito. Perché noi dobbiamo giudicare fino a quando si è giocato. Fino a quando si è giocato faccio fatica a dargli un 5 scarso. Gli hanno fatto due campagne acquisti, gli hanno preso tutto quello che voleva. Ultimamente è riuscito a mettere in discussione Eriksen, che tutti noi consideravamo un grande giocatore, e lo ha mandato sempre in panchina.
Ricordiamoci l’anno scorso di questi tempi quando eravamo in pieno periodo di celebrazione. Si diceva che Conte dove va fa subito meraviglie, vince e stravince, invece ha preso sveglie da tutte le parti. E’ uscito direi in maniera indecorosa dalla Champions. In campionato non è stato mai un momento l’anti-Juventus e la Coppa Italia l’ha compromessa. Poi un conto è essere fans, un conto è essere critici”.
Stefano Agresti – “Anche io penso che il break, da un certo punto di vista, dia più possibilità all’Inter. Onestamente se il campionato fosse andato avanti con la piega che aveva preso, mi sembrava quasi impossibile che potesse recuperare la Juventus e la Lazio. Perché francamente mi sembrava che avessero un altro passo. Così ha più possibilità perché in un campionato che si giocherà a ritmo frenetico praticamente azzerando i valori che c’erano tre mesi fa. Chiaramente una squadra che prima funzionava bene bisogna vedere se rifunzionerà altrettanto bene, e una che andava maluccio bisogna vedere se invece magari non ripartirà molto bene. Il fatto che si siano rimischiate le carte aiuta l’Inter. Però francamente penso il lavoro di Conte fino ad ora sia stato non entusiasmante.
Poi dodici giornate possono cambiare il corso della storia. Perché se Conte dovesse vincere o perdere il campionato all’ultima giornata e vincere l’Europa League diventerebbe un eroe. Oggi oggettivamente lui è staccato da Juventus e Lazio, è più fuori che dentro in Coppa Italia, in Europa League ci è finito perché è stato eliminato in Champions. Riconosciamogli che in Champions è uscito in un girone complicato perché un avversario era il Barcellona e l’altro il Borussia Dortmund. Semmai il rimpianto non è tanto l’eliminazione ma il fatto che ad un certo punto aveva la qualificazione in mano e l’ha buttata”.
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