Di fronte a una popolazione mondiale in continuo e costante aumento, la domanda che sorge spontanea – dando vita a non pochi e irrisolti quesiti – è la seguente: come dividere il denaro disponibile fra così tante persone se le banche non stampano denaro? Il quadro è più complicato se a ciò si aggiungono le migliaia di miliardi drenati da alcune grandi multinazionali, e dunque accumulati da pochissimi soggetti.
La soluzione potrebbe essere nelle parole di Valerio Malvezzi, che, intervistato da Fabio Duranti e Francesco Vergovich, richiama quanto, con il suo lavoro e con i suoi insegnamenti, cerca da sempre di portare in auge: l’economia umanistica. Mettere al centro l’uomo in quanto essere umano, lavoratore e imprenditore, solo così si può ripartire. Ecco le sue parole a “Un Giorno Speciale“.
ECCO QUALE DOVREBBE ESSERE IL VERO SENSO DELL’ECONOMIA ► Malvezzi: “Rimettiamo l’uomo prima del PIL”
“Ci è stato fatto credere che sono i prestiti a seguire i depositi, più depositi di denaro ci sono in banca più prestiti la banca può fare. Vi devo dire che la verità è l’opposto, sono i depositi a seguire i prestiti.
Una banca crea denaro con “la moltiplicazione dei pani e di pesci”. Lo dice la Banca di Inghilterra, non io, e lo conferma la BCE che il 20 giugno 2017 ha detto che le banche non sono intermediari finanziari. La verità è che le banche lo creano il denaro, e lo creano dal nulla, con modalità diverse. Questo grande inganno dell’ultimo secolo ci fa dimenticare che l’economia è fatta di cose reali e che il denaro è una convenzione, una misura delle cose, come diceva Aristotele.
La ‘consecutio’ di questo ragionamento è che se la gente leggesse cose per gli addetti ai lavori, capirebbe che la moneta non è una risorsa scarsa. Se abbiamo un’economia capitalistica, che si basa sulla presunzione della scarsità del denaro, e la gente capisse che ad essere scarso non è il denaro, ma l’etica, allora cambieremmo il modo di intendere l’economia e andremmo verso quella che chiamo economia umanistica.
Kant diceva che il principio dei doveri verso se stessi non consiste nell’indulgere verso di noi ma nell’essere rigorosi, diceva “non fare nulla che ferisca in te stesso la natura dell’uomo”.
Chiedo ai politici: state rispettando questo principio filosofico ed etico di non fare male alla natura dell’uomo?
Se, come scriveva Kant, il fine ultimo di una società è la più alta perfezione morale, allora l’economia dovrebbe smettere di parlare di PIL e cominciare a parlare di sviluppo del pensiero umano.
Leggete i grandi classici e avrete una lettura più moderna della realtà”.
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