SENALDI (Libero) ► “Conte, è finito il tempo delle promesse: non ha mantenuto neanche la metà di quelle fatte”

Nel giorno dell’alba della Fase 3, torna a parlare – all’ora del tramonto – il principale artefice delle misure restrittive, con annessi provvedimenti emergenziali.
Più stoico il Premier Conte, rispetto alle passate conferenze, ma sempre mantenendo una narrazione rammaricata, per i ritardi sui contributi, e talvolta decisa, soprattutto sul mondo dell’industria, principale “infettata” da tirar fuori dalla terapia intensiva della crisi economica post-Covid.

Sul primo punto ha da ridire il Direttore di Libero Pietro Senaldi, fiscalità di vantaggio per il Sud e anticipazioni delle misure promosse dall’Europa sono le due nuove promesse, che negli incubi degli italiani potrebbero diventare chimere.
La pensa così Senaldi, il quale ha fortemente criticato anche le parole decise di Conte verso Confindustria: “Le parole di Bonomi su danni politici? Quell’espressione è sicuramente infelice, e la rimando al mittente“, ha detto il Premier verso quella che ad oggi è, secondo Senaldi la vera opposizione di Giuseppe Conte.

Ecco l’intervista completa rilasciata ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani.

Francamente a me sembra un grande seduttore questo Presidente del Consiglio.
Se dobbiamo rimanere alle promesse economiche che lui ha fatto alle imprese nei periodi di lockdown, poi non è riuscito a realizzare… promettere costa poco.

Prima di fare nuove promesse bisognerebbe almeno aver mantenuto metà delle precedenti, mi sembra un po’ l’età delle promesse questa, poi scopriamo che i soldi dell’Europa per quest’anno sono solo 4 miliardi, quindi l’1% di quello che ci servirebbe. Non è più il tempo delle promesse francamente, io parlerei meno e farei di più.

Ho visto anche l’attacco che ha fatto agli industriali: per bacco! Ognuno può dire quel che vuole, ma non vedo su chi possa contare oltre le imprese per risollevare il paese il Premier.

La scelta di parlare oggi? Da questo punto di vista tempi teatrali li ha. Lui dice “datemi fiducia”, credo che accadrà poiché non vedo un’opposizione in grado di contrastrarlo, la sua vera opposizione è Confindustria, infatti lui attacca Confindustria, l’unica opposizione credibile in Italia.

Il punto è che non puoi attaccare chi poi ti sosterrà, perché Conte è stato bravo a creare casse integrazioni che poi non paga, redditi di Cittadinanza, ma il lavoro lo creano gli industriali. Lui prima diceva che siamo una società signorile di massa, che viviamo consumando i soldi delle generazioni precedenti, ma ora siamo diventati una società parassita di massa, i soldi a noi chi ce li da? L’Europa perché grazie al Covid possiamo sforare tutti i bilanci?
E’ un discorso dal respiro corto.
D’altronde cosa può fare? Qualunque cosa avesse promesso non gli avrebbero creduto, quindi fa discorsi di politica e non di sostanza.

Il lapsus sui soldi dei contributi? La domanda vera è questa: non lo sanno neanche loro e si confondono – e questo sarebbe inquietante dal punto di vista della competenza – oppure sparano ogni giorno una cifra diversa, così la gente non capisce più niente e non riesce a sapere se è stata accontentata, o no?
Il disegno è diabolico, ma altrettanto inquietante. Io non ho la risposta, ma nessuna delle due mi piacerebbe
“.


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