La convocazione degli Stati Generali a Villa Pamphili ha scatenato indignazioni e polemiche interne ed esterne al contesto costituzionale.
A “Un giorno speciale” Francesco Vergovich e Fabio Duranti hanno intervistato al riguardo Valerio Malvezzi.
L’economista ai nostri microfoni ha lanciato un appello nei confronti del Governo: “Trovo curioso che il Presidente della Repubblica non abbia nulla a che dire che ci si riunisca in posti diversi dal Parlamento per ascoltare la società civile“.
Ecco alcune considerazioni emerse durante l’intervista.
MALVEZZI ► “Sapete a cosa serve tutto questo circo? A nascondere la morte economica del paese!”
“Lo Stato, tra le tante cose bellissime che ha fatto, ha tolto le tasse? No”
“Gli Stati Generali si usano nella pianificazione strategica nella cosiddetta fase di ascolto. Ma a cosa serve la pianificazione strategica? Serve per prendere delle decisioni nel lungo termine. Ma c’era un signore che si chiamava John Maynard Keynes che diceva “nel lungo termine… siamo tutti morti”.
Allora vi faccio solo osservare che noi, in una situazione nella quale stiamo perpetuando, come dire, la drammaticità del covid per non segnalare che esiste un’altra drammaticità che è la morte economica del paese, con la quale invece non abbiamo strumenti, stiamo prendendo come ricetta quella di pensarci. Mettiamo tante persone attorno a un posto per parlare, tra l’altro non all’interno dell’unico posto in cui in un sistema democratico si dovrebbe parlare, cioè il Parlamento. Trovo curioso che il Presidente della Repubblica non abbia nulla a che dire che ci si riunisca in posti diversi dal parlamento per ascoltare la società civile.
Perciò, che tipo di società civile andiamo ad ascoltare? Cito tre donne: la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, la direttrice del fondo internazionale Kristalina Georgieva e il numero uno della BCE Christine Lagarde. Ho due domande al riguardo: noi abbiamo bisogno di andare ad ascoltare queste persone che ci raccontano i problemi dell’Italia? La fase dell’ascolto è molto semplice, vado in strada e sento le persone che non hanno i soldi per pagare le tasse quest’estate. Lo Stato, tra le tante cose bellissime che ha fatto, ha tolto le tasse? No. Fine della fase di ascolto.
La seconda domanda che faccio è: per capire i problemi dell’Italia non dovrei ascoltare persone comuni? Invece di Ursula, Cristalina e Christine. Lo so, sembra demagogia questa, però perdonatemi noi non abbiamo bisogno di fare grandi consulti di esperti che vengono da Londra per raccontarci il male del nostro paese. Ma queste signore che problemi hanno in merito nel mettere a posto i figli? O al dare da mangiare alle persone? che cosa ne sanno dei problemi che hanno le donne italiane riguardo l’occupazione dei propri ragazzi? E soprattutto, tutto questo circo a cosa serve?“
“Per comprendere l’economia consiglio sempre di leggere libri di filosofia e non di economia”
“Allora io non sono venuto qui per raccontare dei contenuti del Piano Colao piuttosto che dei contenuti attesi di questi Stati Generali però vi cito il principio dell’equilibrio. Il principio dell’equilibrio economico è un concetto importante e dice questo: immaginate una scena commedia di economia umanistica, Stati Generali, mettiamo dentro questa commedia il popolo poi i grandi potenti mondiali della finanza e i grandi politici italiani e poi vi leggo una roba che spiega cose tipo il MES e i supercazzolabond.
Alle persone che mi chiedono come comprendere l’economia consiglio sempre di leggere libri di filosofia e non di economia: ‘Principio di equilibrio- di Nietzsche – il viandante e la sua ombra: il predone e il potente che promette a una comunità di proteggerla contro il predone, in fondo sono esseri molto simili, solo che il secondo ottiene il suo vantaggio in modo diverso dal primo e, precisamente, contributi regolari che la comunità gli versa e non più con estorsioni’.
E’ secondo me un testo fondamentale per capire l’attualità che noi abbiamo oggi in questo gioco delle parti eterno e millenario dell’uomo in cui c’è da una parte il politico, dall’altra il potente che ha il potere finanziario per condurre il gioco e poi la vittima sacrificale che è un cittadino comune. Sono un po’ stanco perché mi rendo conto di essere preso come una Cassandra o un giullare rispetto a questi che si mettono le parrucche che per far ripartire l’Italia bisogna far la lotta al contante ma non dicono nulla sulla grande evasione delle banche, delle multinazionali e non spiegano come colpire il grande potere finanziario ossia quello lì che gioca all’interno di questa commedia. Ecco questo era il senso del mio sconforto rispetto a questa tipologia di politica che non è più la Res Publica ma invece è una commedia molto triste in un sistema quasi monarchico, neanche più italiano ma da parte di un colonizzatore che ha un nome internazionale”.
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