“L’oscurantismo”, per dirla con Diego Fusaro, che vede protagonista Radio Radio ha scatenato tra ieri e oggi un dibattito che trascende le mere argomentazioni che riguardano il nostro canale YouTube.
La questione ruota intorno all’intera società digitale, costituita talmente in fretta che forse ci è sfuggita di mano. Affidare ogni singolo atto umano ad un sistema di automi pone sia onori che oneri.
Chissà che non sia arrivato il momento per la politica di occuparsi a fondo della questione. Ne abbiamo parlato con l’onorevole Claudio Borghi, che sin dall’inizio non ha nascosto il proprio interesse per la vicenda e la propria volontà di portare la questione in Parlamento.
Ecco l’intervista di Luigia Luciani e Stefano Molinari a Claudio Borghi, durante “Lavori in Corso”.
“La cosa sarebbe stata gravissima, infatti io mi sono attivato subito per capire che diamine fosse successo. Ma questa effettivamente deve essere una riflessione che ci accompagna anche in altre parti della nostra vita. Quando sento abolire il contante, quando sento spostare tutto sui social, quando sento l’identità digitale. E così via. Io un po’ mi spavento.
Questi esperimenti portano, ad un certo punto al blocco dalla circolazione. Uno si trova inibito nel poter circolare nei social e nel mondo dell’informazione in rete senza aver avuto la possibilità di potersi discolpare. E’ gravissimo, potrebbe capitare pure per i conti correnti. Non dobbiamo lasciare troppo margine a questi interventi.
Bisogna parlarne urgentemente. Se alcune piattaforme hanno l’onore di diventare delle piazze più frequentate di quelle vere, devono avere anche l’onere di ridurre il loro arbitrio. Un’altra cosa è un provvedimento restrittivo da parte dell’autorità giudiziaria”.
Provider ed editori allo stesso tempo?
“Per questo motivo occorrerebbe parlarne. Se uno si presenta esclusivamente come provider dà a disposizione piattaforme e poi qualsiasi cosa accada può essere inibita solo dall’autorità giudiziaria, è un conto. Se comincia a far l’editore e cominci a selezionare i contenuti allora dovresti essere sottoposto alle stesse leggi dell’editoria.
Io non capisco perché queste piattaforme debbano infilarsi dentro questo ginepraio. Forse conviene anche a loro”.
Stati generali?
Lo sanno tutti il motivo per cui stanno mettendo in piedi questo teatro: esclusivamente è un’idea di Conte per tirare a lungo. Mi meraviglio che abbia detto solo dieci giorni. Avrebbe dovuto fare degli Stati generali originali e farlo per sessanta giorni. Almeno si garantiva qualche giorni in più sulla sedia”.
Non cresciamo da vent’anni (gli stessi dell’euro)
Dobbiamo riflettere sul perché non cresciamo da vent’anni. Non solo. Se quest’anno si finisce con numeri tremendi post Covid, significherebbe che negli ultimi vent’anni (ahimé mi tocca ricordare che sono gli anni dell’euro) il bilancio dell’Italia sarà negativo di circa cinque punti percentuali.
Un doppio decennio perduto che credo sia assolutamente unico nella storia del mondo. Quando ancora ci vorrà per sedersi a riflettere su quali sono gli errori di base?
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