L’imbroglio del Fact Checking ► Duranti: “Strumento di diffamazione e sterilizzazione dell’opposizione”

Fact Checker, debunker e Task Force. Sono molteplici i soggetti che oggi si arrogano il diritto di dire cosa è vero e cosa è falso, cosa si può accettare e cosa non si può accettare. In teoria si ergono a verificatori dei fatti, in pratica sono strumenti di controllo dell’informazione e della comunicazione. Tutto ciò che va controcorrente viene automaticamente bollato come “falso“, la maggior parte delle volte senza alcuna indagine approfondita e senza contenuti reali a sostegno di ciò che si dice.

Sebbene vengano presentati oggi come strumenti essenziali dell’informazione, in realtà assumono le sembianze dell’esatta negazione di quest’ultima. Illudono il lettore che esista una sola verità, una sola lettura possibile di un fatto. Eppure lo scopo del giornalismo dovrebbe essere esattamente l’opposto. Dovrebbe essere quello di indagare e sviscerare tutte le possibile letture di un fatto, provare a fornire al lettore tante possibili visioni che vadano oltre quella che è la semplice attività descrittiva.

Rinunciare a questo ruolo di interpretazione della realtà, in favore di un appiattimento a quello di formale verificatore, è il declino del giornalismo e la perfetta realizzazione del famoso Ministero della Verità orwelliano. Non sono accettati opinioni, pareri, visioni contrastanti con l’unica accettata… il giornalista si trasforma da cane da guardia della democrazia a cane da salotto del potere.

Di questo si è discusso a ‘Un Giorno Speciale’ in compagnia di Francesco Vergovich e Fabio Duranti.

“Non ci indigniamo più per cose che oggi vediamo e che 20 o 30 anni fa non erano possibili. Ci vengono raccontate bugie e vengono organizzate Task Force per zittire e sopire l’opposizione ad un regime unilaterale di pensiero dominante unico.

Le persone non si accorgono che esistono bugiardi seriali al Governo, i giornali sono un elenco di fake news. Questo è il vero falso.
Oggi c’è la grande industria del fact checking, ma cosa è? C’è qualcuno che si autoproclama dio dell’informazione e della comunicazione o proclamato dalla politica.. e chi è questo qualcuno? In genera sono amici di chi sta al potere. È un’industria ben pagata dal potere, da qualcuno dietro che finanzia fondazioni, ecc.. e alla fine non si capisce da dove arrivano i soldi. Questi ricevono soldi per diffamare, per sterilizzare un’opposizione.

I Governi hanno capito che siamo stupidi, per questo ci prendono per i fondelli. Fanno gli Stati Generali e non c’è nessuno che dice che questa cosa non si può fare. Con il giornalismo degli anni ’70 o ’80 non gli sarebbe saltato per la testa”.


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