Quante volte, come un vecchio rincoglionito, come un nonno sopportato, come l’ubriaco del bar, ho ripetuto che l’allenatore che ha veramente cambiato la testa al calcio italiano è stato Gigi Radice? Quante volte l’ho ribadito sulle frequenze di Radio Radio sentendo, come risposta, degli sbuffi di noia, di gente noiosa piuttosto o ignorante? Oggi che Gigi non c’è più e se ne è andato con la sua storia ecco il corteo di quelli che, degli smemorati di Torino e Roma, di Milano e Napoli, di quelli che si abbeverano alle telecronache di Sky o Mediaset, che studiano su wikipedia e non hanno mai sudato dentro uno spogliatoio fumante o odoroso di tutto? Che non si sono mai presi gli schiaffi in faccia dei tifosi abbrutiti per un tuo articolo? Radice è stato un maestro, molto prima di tanti altri docenti che hanno approfittato, giustamente, dell’invasione degli stranieri e dei nuovi mecenati. Il Toro di Radice aveva undici italianissimi. Tutto il resto è miseria, lacrime di ipocriti che aspettano la morte per ricordare i viventi.
Tony Damascelli