Possiamo discutere su quale sia stata la risposta all’epidemia da Covid-19 da parte dell’Italia, ma sembra ad oggi essere una risposta abbastanza soddisfacente, soprattutto se paragonata ad ad altri paesi. In particolare se la paragoniamo agli Stati Uniti, dove un ineffabile Presidente Donald Trump aveva detto a gennaio che era tutto sotto controllo e che l’epidemia sarebbe finita già ad aprile.
Ve le ricordate quelle parole? E’ bene andarle a riprendere. Perché non solo tutto non è finito negli Stati Uniti, ma addirittura c’è una seconda ondata di contagi. La cosa si vede molto bene nel grafico che mette in relazione il tempo, a partire da gennaio e fino a giugno, con il numero dei contagi che ha raggiunto sabato la cifra di oltre 32 mila.
In pratica la curva ha subito prima un picco decisamente pronunciato, quello dell’inizio della pandemia, poi ha iniziato a diminuire mettendo in atto alcune misure di distanziamento e autoprotezione, e adesso sta ricominciando a salire. Molti Stati, si calcola la maggioranza di quelli colpiti, hanno iniziato a riaprire senza che ci fossero le condizioni per farlo, cioè quando il numero dei contagi, e anche poi dei ricoverati in terapia intensiva e dei deceduti, non era ancora al di sotto di certi livelli.
La raccomandazione che fa l’OMS e che fanno tutti quanti è che tu possa iniziare di nuovo le attività quando ci sia una significativa diminuzione dei morti, dei contagi e dei ricoveri in terapia intensiva. Negli Stati Uniti questo non è stato fatto.
E’ vero che adesso sono stati fatti più tamponi, ma i nuovi casi non possono essere spiegati soltanto col fatto che i tamponi sono aumentati. Sono sempre meno di quelli che si fanno a Singapore o in Russia e sono più rispetto a quando Trump aveva dichiarato che bastava fare meno tamponi per trovare meno contagiati. Che è un po’ come scoprire l’uovo di colombo: se sei particolarmente grasso fai un altro buco alla cintura e vedrai che non te ne accorgi.
Incredibile pensare di trovare un presidente peggiore di quello degli Stati Uniti di oggi. E’ davvero la quinta essenza di quello che gli Stati Uniti non dovrebbero rappresentare per il resto del mondo e che purtroppo invece rappresentano quasi come la regola.
Questo per dire che dal confronto impietoso almeno in Italia l’abbiamo gestita molto meglio la situazione. E se ancora c’è qualche dubbio è relativo al fatto che le riaperture quando non sono fatte in sicurezza provocano non nuovi focolai, quello può succedere e sta accadendo anche da noi per la verità, ma se non riesci a tracciarli allora i guai sono seri: esattamente ciò che sta accadendo negli Stati Uniti.
GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi
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