Vince spesso, convince di rado. Potrebbe essere una perifrasi ottimale per descrivere la prima Juventus di Maurizio Sarri.
Un bilancio su questa stagione è difficile da stabilire per chiunque, non solo perché mancano ancora molti match alla fine dell’annata, ma anche per le diverse variabili da mettere in gioco.
Se, come era per Allegri, i numeri danno ragione a Sarri, non si può comunque prescindere dal gioco in una stagione che doveva per antonomasia essere quella dello sviluppo “estetico” dei bianconeri, abituati ai trofei, ma meno a un gioco frizzante.
Il mandato di Sarri è per il momento carente anche secondo il giornalista e noto tifoso juventino Massimo Giletti, che a Radio Radio Lo Sport ha però espresso i suoi dubbi anche sul patrimonio tecnico di una squadra condannata a non fallire. In campo, come sul mercato.
Ecco l’intervista a Massimo Giletti a ‘Radio Radio Lo Sport’
Sulla polemica Caicedo
“La dinamica faceva pensare a un rigore, non è che si può perdere tempo a creare delle polemiche da una situazione del genere.
Certo, poi se uno vede al rallenty tutto, ma insomma… quello è un rigore che ci può stare.
Quattro punti dalla seconda: distanza di sicurezza?
Per come gioca la Juventus di oggi e per quello che è quest’ultima fase di campionato dove giochi ogni tre giorni, di rassicurante non ci può essere nulla.
Era rassicurante se la Fiorentina avesse pareggiato all’Olimpico, allora avevi 6 punti di vantaggio. Intanto c’è lo scontro diretto, poi sono tutti scontri neutri perché non c’è alcun fattore campo.
È una Juve difficile da definire. È chiaro che dalla Juventus ti aspetti sempre qualcosa in più. Il bel gioco si è visto poco, però stare sempre ai vertici da tanti anni con giocatori comunque abituati a vincere comporta fatica nel dare sempre il 100% secondo me. Sei lì al primo posto in campionato, hai fallito la finale di Coppa, dovresti fare il tuo e vincere col Lione: bisogna aspettare la fine del campionato per dare un voto a questa Juve. La variabile è se vinci, come sempre.
Su Sarri, Ronaldo e Dybala
L’ambito gioco di Sarri a Napoli non sarà più così, perché quando vai nelle grandi squadre non è che tutti i giocatori si calano nel ruolo disciplinato di fare quello che vuoi. Ti devi adattare. Perciò viene fuori qualcosa di ibrido.
Ronaldo è di un altro pianeta. Poi può avere momenti complicati, può richiedere un certo tipo di gioco, ma difficilmente sbaglia le partite determinanti. E’ uno dei due o tre al mondo che riescono a fare questo.
I numeri di Dybala rispetto ai numeri di Del Piero nella stessa età sono molto alti. Chi discute Dybala secondo me non capisce niente di calcio. Può sbagliare il rigore contro il Napoli, ma Dybala è il futuro della Juventus.
Giudizi sugli altri big? Non è che userei questa parola per tanta altra gente.
La Juve ha ottimi elementi, ma quando parli di fenomeni…
Pjanic – Arthur “s’ha da fare”
E’ un matrimonio che s’aveva da fare, come direbbe Manzoni. La Juve non ha un bilancio eccezionale, non c’era altra strada. Mi preoccupa perché la Juve in regia mette Bentancur o Pjanic. Avere un giovane – come Tonali – da far crescere vicino a Bentancur non sarebbe male. Hai Kulusevski che è fortissimo, ma poi la fase di costruzione del gioco è importante in una squadra così.
Pjanic alla Juve non ha dato quello che avrebbe dovuto dare, soprattutto quest’anno. Però è sempre un signor giocatore“.
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