La parabola del virus: il Covid-19 a confronto con le precedenti pandemie

Chiamatela come vi pare, se ripresa della prima ondata o seconda ondata, ma siamo di fronte ad una recrudescenza della pandemia Covid-19 un po’ in tutto il mondo. Anche in quei Paesi al di sopra dell’equatore: in Israele, in Iran, in India e negli Stati Uniti. Cioè in tutti i posti in cui luglio avrebbe dovuto portare, chissà per quale ragione, la fine della pandemia, cosa che naturalmente non si è verificata.

Perché è un virus e noi non lo sappiamo quale sarà l’effetto del caldo. Certamente non è la stagione astronomica a determinarne le sorti. Non staremo a ripetere quello che succede in Israele, dove c’è un nuovo lockdown, quello che succede in Galizia, dove c’è stato un nuovo lockdown. Quello che succede anche in Corea, un paese tenuto da esempio dove i casi continuano ad aumentare, per non parlare dei 57 mila casi negli Stati Uniti.

Ora a parte che c’è un Presidente degli Stati Uniti che è espressione della peggior parte di quel paese, che ci dice che più tamponi fai e più contagi ti trovi. Ma guarda un po’ che novità. Ci diceva anche che il virus al 99% è innocuo. Certo la mortalità rispetto a certe pandemie del passato o ad Ebola, per citarne una, naturalmente è molto più bassa. Il problema è che però le persone si ammalano e la pandemia finisce quando i morti sono zero e i ricoverati in terapia intensiva sono zero pure se resta qualche contagiato. Dunque ci siamo ancora in pieno.

Questo perché non è vero che noi conosciamo bene le parabole di tutti i viventi virus compresi. Non sappiamo quanto durerà ancora. Quindi sarebbe bene stare attenti. Invece cosa ti vedo io nei mezzi di trasporto? Gente che continua a non mettere la mascherina. Ieri sono stato costretto ad affrontare di petto in vari mezzi pubblici, pullman e treni, persone che non mettono la mascherina.

A me non fa piacere portare la mascherina soprattutto quando fa caldo, naturalmente nei mezzi pubblici o nei locali al chiuso l’aria condizionata aiuta parecchio. Ma insomma, lo faccio per te. Per te che sei il mio vicino perché la mia mascherina e una mascherina di quelle generose, cioè che non ripara me ma ripara te. Dunque se io lo faccio per te, perché tu non lo devi fare per me? Le tue convinzioni, tu mio vicino irresponsabile ma completamente ignorante di queste questioni, valgono zero.

Dunque se quella è la regola, e questo è un modo per proteggerci gli uni con gli altri, ma perché no? L’unica cosa che ha fermato il virus in Italia è il lockdown, il distanziamento fisico e l’autoprotezione. Siccome non è ancora finita, nei posti dove si deve, dobbiamo continuare a farlo. Lo facciamo per gli altri perché mettersi la mascherina è un gesto generoso verso gli altri.

Se gli altri non lo fanno verso di te fai bene a ricordarglielo, e io lo faccio volta per volta punto per punto. Perché questo è quello che dobbiamo fare. Perché questa è l’unica soluzione che abbiamo di fronte ai virus respiratori da quando abbiamo imparato a conoscere la spagnola, ormai parecchio tempo fa. Lì furono inventate le mascherine in senso moderno, lì si pensò al distanziamento fisico. Da questo punto di vista non è cambiato molto.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi

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