La beffa del turismo online: denaro sottratto agli albergatori italiani e destinato a paradisi fiscali

Si è costituito a Firenze durante la pandemia il comitato “I padroni dei viaggi”, un format che presto verrà replicato in tutte le regioni per poi federarsi in un unico comitato nazionale.

Esso è composto da vari albergatori fiorentini che gestiscono piccole e medie strutture, il cui principale intento è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica su una situazione che affligge il mercato dell’industria del turismo italiano, che se fino a qualche mese fa creava problemi al comparto, con la sopraggiunta crisi a causa del Covid-19, rischia davvero di essere il colpo di grazia per gli imprenditori di questo settore.

Da alcuni anni compagnie come Booking, o Expedia si sono accaparrate quasi totalmente il mercato delle prenotazioni online.
Circa l’80% di queste avvengono oggi tramite questi portali, che possono disporre di capitali enormi per farsi pubblicità, come verificabile ad esempio sul web digitando il nome di un qualsiasi albergo: l’algoritmo ci restituirebbe come primo risultato la pagina di Booking o di OLTA (ON LINE TRAVEL AGENCY), e non il sito dell’albergo che chiaramente non dispone di quelle risorse per farsi pubblicità.

Inoltre investendo in questo tipo di pubblicità online ci sarebbe una quota da pagare su quanto incassato da quelle prenotazioni che può variare dal 12% al 20%.
La vera beffa però è che questa quota percentuale viene calcolata sul lordo IVA, ossia al lordo delle tasse. Gli albergatori si trovano in pratica a pagare una commissione sulle tasse.

La seconda beffa è che queste commissioni rappresentano denaro sottratto all’economia italiana per poi finire in paradisi fiscali.
È il caso di Booking, la cui sede è nel Delaware (USA), o di Expedia, con sede in Olanda.

Queste società sono inoltre attualmente sotto inchiesta della Procura di Genova e della Guardia di Finanza perché pare non versino l’IVA dovuta allo stato italiano.
È il caso di dirlo: cornuti e mazziati.

È necessario, ora più che mai, avere un nostro strumento nazionale di prenotazioni dirette: ciò aiuterebbe non poco i drammatici bilanci di tante piccole e medie aziende alberghiere, ed il Governo avrebbe questi fondi da investire per pubblicizzare il portale e le strutture italiane per fare in modo che nei motori di ricerca appaiano per prime, aggirando così le on line travel agencies e i grandi portali che sottraggono risorse al nostro territorio.

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