“Didattica a distanza non è scuola. Governo faccia tornare studenti in classe” ► Sinopoli (Segr. Cigl Scuola)

Il tema della scuola è uno dei più accesi tormentoni di questa estate politica. Di fatto, il covid ha aggravato e messo in risalto una situazione già precaria a livello di corpo docente ed edilizia scolastica. Adesso, con una pandemia di mezzo, non è più tempo di tergiversare.

Un po’ tutte le parti in gioco sembrano essersi rese conto del deficit del sistema scolastico nostrano. Al Ministero dell’Istruzione si moltiplicano riunioni e proclami. In piazza si sono alternate le proteste delle diverse parti sociali: sindacati, presidi, genitori e studenti.

A battere i pugni sul tavolo questa mattina, in modo congiunto, sono state tutte le maggiori sigle sindacali. I motivi di questo ennesimo appello sono stati spiegati ai microfoni di Luigia Luciani e Stefano Molinari dal segretario della Cigl Scuola Francesco Sinopoli.

Nel corso dell’intervista Sinopoli rivela anche un elemento tuttora rimasto nel mistero: “Nella parte finale della riunione con la ministra Azzolina e con il Premier Conte si è parlato anche di plexiglas nei banchi degli studenti”.

Ecco l’intervento di Francesco Sinopoli a “Lavori in Corso”.

Noi oggi abbiamo lanciato un allarme che punta a spingere il Governo ad adottare tutte quelle misure necessarie per far ritornare gli studenti a scuola in presenza. Noi in questo momento abbiamo una duplice carenza: spazi e organici.

Noi vogliamo che si ritorni in presenza perché pensiamo che la didattica a distanza non sia scuola. Il Governo deve fare tutto quello che è necessario.

Credo che ci sono personaggi, come la Gelmini, che farebbero meglio a tacere perché sono responsabili più di altri del disastro della scuola.

Il Governo dovrebbe dire: le risorse sono queste, c’è un miliardo già stanziato e un altro miliardo che non sappiamo dove sia finito. Noi chiediamo più fondi. Siamo preoccupati che a settembre si faccia ancora ricorso alla didattica a distanza”.


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