Nubi a Roma: il ‘caso Zaniolo’ si tinge di altri misteri?

Che ne sarà di Zaniolo? Questo il dilemma analizzato in tutte le salse nel mondo Roma. Tutto ha avuto inizio durante il match dell’Olimpico contro il Verona. Il giovane talento ex Inter, reo di non aver rincorso con la giusta determinazione il diretto avversario, è stato rimproverato simultaneamente da Mancini e da mister Fonseca.

Da lì sarebbe scattato a tutti gli effetti un ‘caso Zaniolo’. Il giocatore si è chiuso nel totale silenzio, almeno per qualche giorno. Calma apparente rotta nella giornata di ieri. La telenovela ha assunto nuovi elementi con la decisione, poi revocata, da parte di Fonseca di non convocare il numero 22 per la prossima partita. Ancor più rumore hanno provocato le parole di amore eterno ai giallorossi da parte dello stesso Zaniolo, e della madre, tramite i profili social.

Insomma, tanta carne al fuoco. Nel corso di ‘Radio Radio Lo Sport’ le Teste di calcio si sono confrontate sulla questione in salsa romanista. In studio Stefano Raucci.

Nubi a Roma: il ‘caso Zaniolo’ si tinge di altri misteri?

Che ne sarà di #Zaniolo? Cosa sta succedendo in casa #Roma?⬇️ Ecco i commenti delle Teste di calcio nel corso di ‘Radio Radio Lo Sport’ con Stefano Raucci ⬇️

Pubblicato da Radio Radio su Mercoledì 22 luglio 2020

L’inviato Gianluca Lengua ha fatto il punto della situazione

Gianluca Lengua

Cosa è successo con Zaniolo? Andiamo con ordine. Ieri Fonseca non ha parlato in conferenza stampa. Ha rilasciato solo un’intervista al sito del club in cui spiega che non l’ha convocato perché ancora non al meglio. Tempo un’ora e tre quarti dopo esce un tweet di Fonseca, sull’account ufficiale della Roma, in cui spiega che Under si è fatto male e Zaniolo è stato convocato. Allora io mi chiedo: come è possibile che in un’ora e tre quarti si sia riusciti a capire che Zaniolo fosse convocabile attraverso un test, come dice Fonseca, e soprattutto si sia fatto male Under? Sono coincidenze un po’ particolari che lasciano pensare. Ma non è finita qua. In serata, mentre in Piazza di Spagna gli ultras stavano festeggiando i 90 anni della Roma, prima la mamma e poi Zaniolo stesso pubblicano una storia che ha fatto discutere. Una storia che parla del silenzio degli innocenti. Un messaggio che un po’ fa pensare. Zaniolo, intorno a mezzanotte e dieci, risponde: ‘Il rumore più forte è il silenzio di chi non risponde’. Poi stamattina una nuova storia, in coincidenza con la presentazione della maglia che la Roma indosserà la prossima stagione, in cui ha scritto: ‘E’ come quando ti innamori, ci stai bene insieme, tiri fuori il meglio di te, ti piace farti vedere in giro con lei. E’ la stessa cosa. Davvero amo questa maglia’. Quindi un messaggio che fa capire quanto Zaniolo tenga alla Roma. Io credo che Zaniolo sia un pilastro di questa squadra e lo sarà anche in futuro. Credo che la Roma è Zaniolo, la Roma è Pellegrini, la Roma è tutti quei giocatori forti che ha la squadra. Perché una società è composta non solo da dirigenti, ma soprattutto dai calciatori che la rendono grande. Non è possibile che si critichi questo calciatore perché magari ha sbagliato un passaggio o non ha rincorso un avversario.

Alessandro Vocalelli

Zaniolo in questo momento è nell’occhio del ciclone per non aver rincorso un avversario. Questa è una cosa che può essere sbagliata ma che, secondo me, si discute all’interno di uno spogliatoio anche in maniera severa se necessario. Perché altrimenti una presa di posizione o un consiglio per far crescere Zaniolo finisce per diventare un caso che possa farci dire: chissà che cosa è successo. Si sono subito mossi club all’estero per Zaniolo. Lui pubblica questo messaggio un po’ criptico che, secondo me, era meglio evitare. Insomma, ci si poteva risparmiare tutto questo parlandone all’interno dello spogliatoio. Credo però che le cose siano destinate a rientrare. Perché non può essere questo a mettere in discussione niente sul futuro del giocatore.

Furio Focolari

Sento un po’ di buonismo da parte di Lengua e Vocalelli: sinceramente non lo condivido. Vi spiego perché. Fermo restando che siamo d’accordo tutti sul fatto che Zaniolo sia un grande giocatore. Perché però non succede la stessa cosa a Pellegrini o a un altro? Perché noi pensiamo che un altro bravo ragazzo come Mancini si permetta di rimproverare Zaniolo? Perché non rimprovera Pellegrini? Perché non rimprovera Under o Kluivert? Io non so esattamente cosa sia successo e cosa stia succedendo alla Roma. Ma lungi da me l’idea di pensare che uno ha torto e uno ha ragione. Io non prendo posizione ma faccio una domanda: Perché Mancini rimprovera Zaniolo? Perché poi Veretout lo rimprovera? Perché Kolarov lo rimprovera? Perché Fonseca lo rimprovera? Non può essere una cosa casuale. Non possono essere diventati tutti imbecilli e non sono i giocatori che pensano ad una eventuale cessione. Forse, mi chiedo io, i comportamenti di Zaniolo non sono esemplari? Quindi vanno migliorati.

Luigi Ferrajolo

Intanto se usassero meno i social sarebbe meglio per tutti. Trovo abbastanza normale che, per un giocatore che è più portato ad essere solista, possa succedere che un compagno o l’allenatore lo rimproveri pubblicamente come si fa con i giocatori giovani. Zaniolo è un grande talento, però è in una fase in cui può diventare un grande giocatore o può prendere strade sbagliate. Il compito dell’allenatore è anche quello di richiamarlo, magari duramente, ma per il bene del giocatore stesso. Tutto questo poi succede in un momento in cui in società c’è grande incertezza. Non c’è il direttore sportivo, non si sa se il Presidente resta o ne viene un altro. Tutto questo viene amplificato perché c’è Zaniolo. Fondamentalmente adesso la Roma deve preoccuparsi che il ragazzo cresca bene. Trovo anche normale che l’allenatore non lo abbia convocato se aveva qualche problema muscolare. Uno che viene da sei mesi di stop va recuperato con grande attenzione. Ci si chiede: perché l’ha richiamato? Probabilmente, mancandogli Under, lo porterà in panchina ma non credo che gli farà fare la partita. E’ normale che ci siano queste precauzioni.

Stefano Agresti

L’eventuale cessione di Zaniolo sarà dettata dalla condizione economica della Roma, da chi la Roma riuscirà a cedere e da eventuali offerte che arriveranno. Quando sento dire che Zaniolo non si tocca, io non ci credo. A volte per necessità, a volte per soldi, sappiamo che può succedere di tutto. Soprattutto in un caso del genere, con una società del genere. Una società che deve rientrare di soldi perché è in difficoltà. Zaniolo ha degli estimatori. Chiaramente tutto il caos che succede non fa aumentare il valore di mercato. Probabilmente un club che vuole investire 50-60-70 milioni su un ragazzo di 21 anni, tiene anche ai suoi comportamenti. Secondo me non dobbiamo commettere due errori. Il primo è di far passare Zaniolo come vittima del mondo, perché francamente mi sembra tutto fuorché una vittima. E’ un ragazzo che si è fatto male, è rientrato in campo. E’ sempre un calciatore che ha avuto un infortunio, grave per carità, ma come centinaia di altri calciatori. Non ha scalato l’Everest a mani nude per riuscire a tornare in campo. Quindi se non insegue un avversario e viene rimproverato in quel periodo, sono d’accordo con Focolari, mi viene il dubbio che quella sia quantomeno la goccia che fa traboccare il vaso. L’altra cosa: non cominciamo a dire che il problema di Zaniolo è Roma.

Tony Damascelli

Mi fanno ridere i professionisti che amano la squadra, che giurano fedeltà. Il professionista deve amare il proprio mestiere,la propria professione. Il calciatore ha una professione privilegiata perché ha momenti di gloria che, in alcuni casi come quello di Zaniolo, sono momenti anche di boria. Devono stare attenti a mantenere questo equilibrio. Mi sembra che Zaniolo, così come altri suoi sodali (vedi Kean) abbia dei precedenti. Proprio perché sono capricciosi, perché credono di essere subito dei campioni. E’ stato detto questo di Zaniolo: E’ il nuovo Totti; è l’uomo sul quale bisogna costruire una grande squadra; è sicuramente il titolare in Nazionale. Il campo è l’ultima stazione. Poi ci sono i comportamenti con i compagni. Quando si fa vita di squadra, bisogna avere relazione equilibrata con il gruppo. Certo, puoi fare il matto. Ci sono mille esempi di giocatori matti che, però, non mettono mai in discussione il rapporto con i compagni. Chi l’ha fatto in passato, vedi il caso di Cassano con l’Under 21, veniva quasi emarginato.

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