“L’Europa lo scrive chiaramente: per pochi spicci ci beccheremo austerità e patrimoniale” ► Borghi (Lega)

Le cerimonie ed i festeggiamenti conseguenti alla trattativa con l’Europa sono già partiti. Ad inaugurare questa lunga serie di aggettivi superlativi nei confronti della manna dal cielo europea è stato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ieri all’alba, a pochi minuti dalla fine del Consiglio europeo straordinario.

Subito dopo il Premier sono seguite le dichiarazioni al miele di tutti gli esponenti europeisti, filounionisti, portabandiera del dogma comunitario. E oggi è toccato ancora una volta a Giuseppe Conte, intervenuto con un’informativa urgente al Senato e alla Camera per riferire tutto quello che di buono c’è dal Recovery Fund.

In realtà nelle fila degli scettici e dei critici, rappresentate non soltanto dai nemici dell’Europa a prescindere, fanno notare alcuni aspetti non ancora chiariti dei 209 miliardi che dovrebbero spettare all’Italia: il vero corrispettivo economico, l’incidenza dei prestiti, la caduta degli aiuti nell’economia reale, la data d’approdo dei fondi ed il luogo geografico di destinazione (anche all’interno dello stesso Stivale)

Parecchi punti di domanda li ha sollevati il deputato della Lega Claudio Borghi, intervenuto ai microfoni di Stefano Molinari a “Lavori in Corso”. Questo l’intervento dell’economista leghista.

I rischi che ci stiamo accollando con i prestiti

“Andate a vedere domani cosa è cambiato sul conto corrente? Se vi sono arrivati 500 euro in più ci chiamate. Tra un anno di Saturno arriveranno i soldi. Capisco le ragioni della propaganda organizzata da Rocco Casalino, che ha messo su una macchina di applausi a comando, però le cose non stanno così.

Buona parte di queste cifre sono prestiti. E i prestiti, nessuno lo dice, entrano in gioco solo dopo che è stata esaurita tutta la parte dei fondi perduti.

Potrebbe succedere che se la Grecia, come già successo in passato, non ripaga la sua parte, ce la dobbiamo mettere noi. Perché i soldi non crescono sugli alberi. Noi ci stiamo accollando una parte del rischio di un sistema a prestito che sarà regolato in modo molto severo. Io non ce la vedo l’Unione europea che comincia a prestare soldi a tasso zero senza garanzie”.

Disparità di bilancio europeo

Per quello che riguarda il bilancio europeo noi contribuiamo più della media. In buona sostanza noi diamo 15 ed incassiamo 10. Quei 5 miliardi circa di differenza derivano dal fatto che abbiamo una chiave sfavorevole.

Non sono 200 miliardi, saranno circa 20-25 miliardi. Qualcuno può dire meglio di niente, però qui arrivo al punto di cui non si parla: le condizioni per poter accedere a questi fondi. La prima condizione per poter accedere a questi pochi soldi devi seguire le condizioni chiamate ‘specifiche per il Paese’. Cosa sono? L’Unione europea scrive nero su bianco che dobbiamo: ridurre il debito, tagliare gli stipendi, tagliare le pensioni e patrimoniale sulle case. Basta che uno lo sappia. Proprio un affarone.

Una roba che è stata fatta con modalità non trasparenti. Nella notte e nelle stanze chiuse. La propaganda casalina lo dipinge come un ente titanico. I famosi frugali hanno ottenuto subito degli sconti al contributo al bilancio europeo. La Svezia, la Germania, L’Olanda hanno ottenuto subito questo risultato. In questa fantastica capacità negoziale di Conte io vorrei ricordare che la Spagna, tanto per fare un nome, che è un terzo dell’Italia ha ottenuto grosso modo la nostra stessa cifra. Ma più di tutti ha ottenuto quel cattivo sovranista di Kaczyński in Polonia, che non ha neppure l’euro, è un quarto dell’Italia e hanno ottenuto 40 miliardi circa”.

Cosa avrebbe fatto Borghi a Bruxelles?

Questo sistema non l’avrei voluto. Io non avrei voluto partecipare a nessuno di questi strumenti che intermediano il nostro denaro e fanno sì che noi paghiamo subito un assegno per poi ricevere i fondi a piacere loro. I soldi veri sono quelli della Banca Centrale europea. Ma le cose vere in Europa vengono gestite in stanze dove il politico, ovvero il rappresentate dei cittadini, non entra. Poi c’è tutto questo fumo di marionette, che fanno il gioco di chi a Bruxelles vuole giustificare la sua esistenza avendo dei soldi da intermediare”.


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