In data 8 gennaio 2020 pubblicai una pillola attraverso questa Radio per esortare Gianluigi Paragone a creare un suo partito per l’Italexit e colmare un vuoto che in Italia andava assolutamente riempito.
C’era bisogno di un partito, come il “Brexit Party”, guidato da qualcuno che fosse già in parlamento, che conoscesse bene le dinamiche politiche lontane dalle istanze spesso utopiche di chi vive solo la rete.
Serviva un personaggio pubblico che pensasse a fare azioni condivise, un personaggio pubblico capace di fare da cassa di risonanza per le istanze sovraniste. Paragone incarna queste qualità e ha anche la giusta arroganza che serve in questi ambienti.
Oggi il mio appello è diventato realtà. Ovviamente io non ho alcun merito nella scelta di Paragone di creare il partito Italexit, ma noi fummo lungimiranti a prevedere una soluzione del genere e vorrei tornare sull’argomento per suggerire a Paragone i passi da compiere per incidere col suo partito e quelli da evitare per non vanificare i sui sforzi.
La prima cosa da fare è avere la consapevolezza che un partito anti-europeista, a favore dei valori democratici, deve essere anche un partito anti-cinese. Voler uscire dall’Unione Europea lasciando che la Cina espanda i suoi tentacoli in Italia vuol dire finire dalla padella alla brace.
E’ fondamentale trovare sinergie con le amministrazioni Trump prendendo subito le distanze dalla Cina. E’ imprescindibile avere le spalle coperte al livello internazionale per un partito che pensa di portare l’Italia fuori dall’Unione Europea.
Perciò l’Italia deve fare le scelte giuste in ambito geopolitico. Inoltre invito Paragone a non cadere alle provocazioni e agli attacchi che gli arriveranno proprio dal mondo sovranista, dove molti partiti vedranno la propria esistenza messa in discussione.
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