I primordi di un nuovo ciclo. La Roma passa alle cure e alle attenzioni della famiglia Friedkin. James Pallotta, dopo tentennamenti e indecisioni, ha optato per un passo indietro che ormai pareva scontato.
Il closing, previsto per la fine di questo mese, tramuterà in ufficiale il passaggio di consegne. L’alba di un nuovo giorno in casa giallorossa. Da oggi si pensa già al prossimo futuro. Tifosi, opinionisti e addetti ai lavori si pongono una miriade di dilemmi.
Il domani capitolino sembra girare attorno a due tematiche di rilievo: la questione stadio e il nuovo assetto dirigenziale. Due gatte da pelare per Dan Friedkin. Le complessità del progetto in quel di Tor di Valle sono note a tutti. D’altro canto lo staff societario, almeno nell’ambito sportivo, dovrebbe comporsi con figure rinomate del panorama calcistico europeo.
A tal proposito il nostro Direttore Ilario Di Giovambattista ha lanciato alcune indiscrezioni:
“Ho alcune cose da dire sulla Roma. Innanzitutto su Baldini. Baldini continuerà a lavorare per qualche settimana ma poi lascerà. Lascia per sua scelta dopo diversi anni. Da quel punto di vista ci sarà una direzione univoca. Le decisioni verranno prese da Roma. Qui dovrebbe arrivare il figlio di Friedkin, per rappresentare comunque la famiglia.
C’è stato un emiro, che si chiama Zaki Yamani, molto vicino a prendere la Roma. E’ un personaggio incredibile, da come me lo descrivono, dell’Arabia Saudita. Ma non c’erano più i tempi e quindi, alla fine, Pallotta ha ceduto in mani americane.
In questo periodo gli uomini di Friedkin avrebbero lavorato perché vorrebbero presentarsi con un direttore sportivo vincente. Quindi hanno corteggiato, o stanno corteggiando tantissimo, Paratici della Juventus”.
Nel pomeriggio di ‘Radio Radio Lo Sport’ sono state le nostre Teste di calcio ha porre le proprie riflessioni sul futuro che attende la nuova Roma guidata da Friedkin
Alessandro Vocalelli
A me quello che interessa, in questo momento, è il futuro. Siamo tutti d’accordo, tranne qualche voce controcorrente, nel dire che è stato un passato non felice. Ma ora conta il futuro. Io da quando so di Friedkin ad esempio mi chiedo: ‘Lui vorrà continuare lo stesso progetto dello stadio di Pallotta? Oppure vorrà fare lo stadio in un punto diverso? E poi lui a chi si affiderà? Quando è arrivato Pallotta, per dire, il suo uomo di riferimento è stato Baldini. Adesso chi sarà l’uomo di calcio? Non può essere un direttore sportivo, per quanto bravo. Per cui accanto al figlio, se arriverà, ci sarà un uomo di calcio molto rappresentativo e importante. Mi chiedo anche cosa rimarrà di questa dirigenza.
Gianluca Lengua
La certezza che abbiamo in questo momento è che Fienga gestirà questo periodo di transizione. Non è un uomo di calcio, però sarà lui a gestire la transizione da Pallotta a Friedkin. Ancora è troppo presto invece per dire chi sarà il Baldini di Friedkin. Ci sono vari nomi sul piatto. Friedkin deve costruire il futuro. Ad oggi non è ancora arrivato il closing. Bisogna aspettare un paio di settimane e poi sarà tutto ufficiale. Però Friedkin ha dimostrato di essere un imprenditore capace già da come ha acquistato la Roma, perché si è fatto fare uno scontro di 109 milioni. Per quanto riguarda lo stadio, già gli hanno spiegato che la strada intrapresa per costruire lo stadio a Tor di Valle non è stata una strada che avrebbe portato Pallotta a meta. Gli hanno spiegato che sarebbe opportuno seguire altre strade.
Guido D’Ubaldo
La questione stadio interessa molto anche a Friedkin. Perché ci sono in ballo interessi importanti, anche per la valorizzazione del club. Penso che Friedkin arriverà a Roma facendosi affiancare da un grande personaggio. Per anni Pallotta ha accettato fino all’ultimo i consigli di Baldini, non solo nella parte tecnica ma anche in altri ambiti. Baldini ha avuto sempre questa idea di ‘deromanizzare’ la Roma. Secondo me Friedkin farà attenzione a non commettere questo errore.
Stefano Carina
Nella gestione Pallotta, senza girarci attorno, c’è stato un confronto fra le due anime interne alla Roma. A vincere è stata l’anima di Fienga. C’è stato un braccio di ferro all’interno della Roma tra l’attuale amministratore delegato e il vice presidente Baldissoni. Avendo vinto il primo penso che ci saranno cambiamenti. Ritengo ad esempio che Baldissoni possa uscire dal board ad ottobre. Ci sono ancora altri personaggi legati molto a Pallotta. Per esempio Baldini che ha già il contratto scaduto e non penso che verrà rinnovato. Un’altra figura è Zubiria che, in teoria, è il direttore generale della Roma ma non so cosa faccia attualmente in società. I nuovi proprietari, chiaramente, porteranno anche dei propri uomini nella dirigenza.
Franco Melli
Credo che i tifosi della Roma debbano essere molto contenti. Soprattutto devono riaprire i loro cuori alla speranza perché sono stati anni, non tanto deprimenti dal punto di vista dei risultati, quanto del rapporto che si era ridotto se non azzerato fra la tifoseria e la proprietà. Noi probabilmente con Pallotta abbiamo battuto il record di tutti i tempi. E’ un Presidente che non si affaccia a Trigoria da oltre due anni. Poi c’era stato il cambiamento, più o meno goffo, di alcune delle più belle tradizioni della Roma. Dal logo alla data di nascita e le foto degli eroi di un tempo che venivano ad un certo punto oscurate. La Roma ha passato questi senza più conoscere la propria identità e senza averne una nuova. Credo che, nel futuro, molto sarà dedicato alla ricostruzione della passione. Questo deve essere il primo obiettivo della nuova Roma.
Pierluigi Lantieri
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