Nuova vita per la Roma? James Pallotta, dopo qualche falso allarme e parziali notizie, ha deciso per un passo che ormai pareva scontato da tempo: il club giallorosso giunge così nelle mani della famiglia Friedkin. Un nuovo futuro, dunque, tutto letteralmente da scoprire.
Nel pomeriggio di ‘Radio Radio Lo Sport’ è intervenuta la giornalista ed ex conduttrice di Roma TV Francesca Brienza. Cosa ne pensa del cambio al timone societario da Pallotta a Friedkin?
Il compagno, Rudi Garcia, non ha dimenticato la Roma. L’ex mister giallorosso ha festeggiato il successo del suo Lione contro la Juventus lanciando un messaggio caloroso a tutti i tifosi capitolini. Posisbile ipotizzare un suo ritorno? Ecco cosa ha risposto Francesca Brienza ai nostri microfoni.
Francesca Brienza ► “Spero in un Presidente più presente per la Roma. Rudi di nuovo in giallorosso? Mai dire mai”
Ora serve un Presidente che si perda nelle stanze di Trigoria
“Ormai è fatta. Il 17 ci sarà il Closing e quindi ormai si può parlare di una nuova Roma. Sinceramente per adesso da dire, anche per le esperienze recenti, c’è poco. Dobbiamo vedere cosa farà Friedkin e su cosa interverrà. Mi sembra di capire che Fonseca non faccia parte di una rivoluzione che di solito è normale vedere quando si tratta di un nuovo innesto societario. Vedremo che stagione sarà e che Roma sarà. Mi auguro una presenza maggiore e un po’ più massiccia del Presidente. La nostra storia ci fa capire, giorno dopo giorno, che la Roma è una squadra e un contesto che ha bisogno di avere il Presidente che giri tra le mura di Trigoria. Così come era all’epoca di Viola e Sensi. Questa è stata la pecca di Pallotta”.
Sulla frase di Garcia nel post Juventus – Lione
“Non so quale fosse il suo intento. Lo dovrei chiedere a lui. Io non sono dell’idea che l’era giallorossa di Pallotta sia da buttare. Faccio anche io parte di quella che è stata la rivoluzione che Pallotta ha portato nella Roma, perché quando ho iniziato a lavorare nella Roma era sotto questo Presidente. Basti pensare al brand ‘Roma’ che vediamo oggi, non a livello di titoli sportivi purtroppo. Non è tutto da buttare. Io sono dell’idea che, quando fai il Presidente di una società, quelli che desideri è il successo. Poi possiamo discutere sulla non riuscita di certe strategie e sul metodo burrascoso creato con i tifosi. Però non mi trovato d’accordo sul fatto che il lavoro di Pallotta alla Roma sia tutto da buttare. Se fosse stato tutto da buttare, non ci sarebbe stato neanche un acquirente”.
Gli allenatori di oggi devono avere più tempo per lavorare
“Forse Rudi è quello che ha resistito di più tra gli allenatori durante la gestione di Pallotta. Il problema sta già nei troppi cambiamenti. Quando ad esempio si va a scuola e non si va bene in una materia, non si cambia il professore subito. Devi rimboccarti le mani e studiare ancora di più quella materia. Cambiare l’allenatore per dare una sterzata o un messaggio ormai non funziona più. I giocatori di oggi hanno capito che quando arriva un nuovo allenatore bisogna far di tutto per piacergli. Dovrebbe passare un messaggio diverso. Lo stesso giocatore dovrebbe pensare che quello che ha davanti stara lì fino alla fine della sua carriera in quella squadra trovando il modo di rispettarlo sempre e di farsi notare sempre. Già questo comporta un approccio diverso all’allenamento e alla carriera”.
Un ritorno di Rudi alla Roma? Perché no…
“Sulla prossima partita di Champions con il Manchester City io, essendo superstiziosa, non parlo prima che le cose avvengano. Quindi preferisco guardarmi questo grande appuntamento di calcio e vedere come andrà. Per quanto riguarda l’eventuale ritorno sulla panchina della Roma, nel calcio come nella vita si dice: ‘Mai dire mai’. Quindi perché no? Sarebbe sicuramente una bella storia romantica. Mi farebbe piacere rivederlo con i colori giallorossi addosso”.
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