Nel pieno dell’estate 2020 fa discutere la decisione del Governo di porre un freno al “divertimento” dei giovani, capri espiatori della diffusione del virus.
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza che impone da oggi – 17 agosto – la sospensione delle attività “che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso”. Una misura che resterà valida su tutto il territorio italiano fino al 7 settembre.
Giovani e Covid, giusto legarli aprioristicamente? Cosa fare con le scuole? Possono ancora rimanere chiuse? Contagiati e malati vanno distinti?
Di tutti questi temi abbiamo parlato a “Un Giorno Speciale” con il Prof. Matteo Bassetti.
“Credo che un certo tipo di comunicazione si debba fare, è il modo in cui viene fatta la comunicazione che non condivido.
Non si possono non riaprire le scuole, l’ipotesi di non riaprire le scuole non va preso neanche in considerazione. Spero e mi auguro che nessuno stia pensando di non riaprire le scuole, sarebbe un atto profondamente antidemocratico, un atto profondo contro i nostri ragazzi, contro l’istruzione, contro tutto.
Un paese che non è in grado in sei mesi di trovare una soluzione per riaprire le scuole è un paese che non ha senso di esistere.
Noi facciamo un grande errore, mettiamo tutto dentro. Un conto è l’età dei contagiati, che sono quelli che hanno il tampone positivo e nel 95% dei casi sono asintomatici: è evidente che – chi viaggia e chi fa le grigliate – questi sono i giovani.
Un conto è l’età dei malati, di quelli che vanno in ospedale che sono ricoverati in rianimazione, che vanno nei reparti di malattie infettive… di questi io ne ho due che hanno età media di 67 anni.
Ad agosto, a settembre e a ottobre le polmoniti dei giovani ci sono sempre state. Solo per chi non le aveva mai curate gli sembra strano di vedere in rianimazione dei giovani intubati. Io sono ventuno anni che sono infettivologo e da sempre regolarmente c’è qualche giovane intubato in terapia intensiva”.
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