In queste ore i maggiori esponenti dell’apparato politico neoliberista auspicano l’arrivo in Italia di Mario Draghi, che possa condurci verso il più Europa. Cerchiamo di spiegare allora la differenza tra l’Europa che ci raccontano e quella che il popolo vive ogni giorno. Nel mio libro la definisco la versione della pillola azzurra secondo cui l’Europa sarebbe un sogno che rischia di fallire o la versione della pillola rossa secondo cui l’Europa è un incubo che rischia di realizzarsi. La versione da pillola azzurra secondo cui l’Italia ha attraversato una crisi economica o la versione da pillola rossa secondo cui l’Italia ha subito un golpe finanziario.
In realtà esistono due versione dell’Unione Europea
Perché in realtà esistono due versione dell’Unione Europea: quella supportata da quasi tutto l’apparato politico, accademico e mediatico che vede l’UE come un sogno condiviso dai suoi padri fondatori, uomini di indiscussa integrità, ispirato ad una Europa dei popoli e degli Stati chiamati però a cedere le proprie sovranità nazionali in nome di una sovranità europea capace di assicurare pace, prosperità, uguaglianza e democrazia. Ma esiste un’altra realtà, quella completamente censurata e sconosciuta ai più ma supportata da documenti ufficiali, desecretati, che vede l’UE come il risultato di un golpe bianco, ad opera di un cartello finanziario internazionale, una realtà che annovera i padri fondatori tra i servizi segreti americani e organizzazioni elitarie ed antidemocratiche nate per portare avanti gli interessi delle oligarchie finanziarie.
Esiste una realtà supportata quasi da tutto l’apparato politico, accademico e mediatico che vede la crisi come una fase ineludibile e passeggera, spesso addirittura indispensabile a favorire le cessioni di sovranità nazionali ad un livello comunitario incidendo sul senso di appartenenza dei cittadini ad una collettività nazionale. Una crisi capace però di favorire l’adozione di quelli che alcuni definiscono nuovi strumenti economici indispensabili per lasciare ai mercati completa libertà di manovra. Ma esiste un’altra realtà supportata dalla cronaca e dai dati sull’economia reale che fotografa l’impennata del tasso di disoccupazione, del numero dei fallimenti delle aziende e dal dato macabro dei suicidi per motivi economici. Quella che ci dimostra che non può trattarsi di una fase passeggera ma che stiamo assistendo ad un cambio programmatico del sistema economico dove la crisi diventa irreversibile in quanto funzionale alla conservazione del potere di chi l’ha indotta per i priori interessi e ci è riuscito sottraendo agli Stati la facoltà di creare ed emettere la propria moneta che ha di fatto chiuso i popoli in una gabbia dalle sbarre invisibili ai più.
Nulla è stato lasciato al caso: il popolo è circondato e sotto assedio
Esiste però una realtà supportata da quasi tutto l’apparato politico, accademico e mediatico che vede l’arrivo di tecnici chiamati a risollevare le nazione dalla crisi mediante azioni politiche popolari ma indispensabili per rendere virtuosi quei paesi che hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilità. Ma ancora una volta esiste un altra realtà che trova supporto analizzando la reale provenienza di questi politici e tecnici, il loro passato, il loro curriculum che mostra la loro appartenenza ad organizzazioni antidemocratiche censurate dai media che portano avanti gli interessi del grande capitale internazionale e della finanza speculativa. Organizzazioni che disprezzano le sovranità nazionali che vedono nei diritti sociali dei popoli e nelle conquiste salariali dei lavoratori degli ostacoli da abbattere, che considerano le Costituzioni da stracciare e da sostituire con dei trattati e le democrazie come non applicabili e da sostituire con delle tecnocrazie. Sono le medesime organizzazioni dalle quali provenivano i padri fondatori dell’Unione Europea. Nulla è stato lasciato al caso: il popolo è circondato e sotto assedio; è da come reagirà alla pillola rossa che dipende la sua stessa sopravvivenza.
La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo
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