Dietro la censura delle piazze di Londra e Berlino: il clero giornalistico celebra solo i falsi ribelli

Non dobbiamo stupirci se i padroni del discorso, i monopolisti della parola non hanno dato spazio – se non in termini negativi – alle due manifestazioni che contro il regime terapeutico si sono svolte in questi giorni a Berlino e a Londra.
Si tratta, a ben vedere, di due grandiose manifestazioni che hanno visto la partecipazione altissima di soggetti provenienti da tutta Europa, con diverse visioni politiche, orientamenti economici, visioni del mondo, ma accumunati da un fermo rigetto della nuova società asociale centrata sul distanziamento sociale.
A Berlino come a Londra, coloro i quali sono scesi in piazza questi giorni hanno avuto il coraggio di dire di no.

Falsi dissenzienti e ribelli autentici

Il coraggio è sempre il gesto di chi riesce a dissentire, avvertendo lo scarto tra l’essere e ciò che dovrebbe essere.
Impossibile dire quale fosse la loro visione del mondo, la loro ragione politica, il loro credo esistenziale e religioso. Quel che conta è evidenziare ciò che li univa: il rifiuto della nuova società terapeutica, di questa svolta nel capitalismo che lo sta rimodellando in senso autoritario e verticistico, e che si avvale del virus per riformulare il rapporto di forza.

Ecco perché sono così importanti queste manifestazioni di piazza, ed è altresì importante che gli amministratori del consenso – ossia il clero giornalistico – non ne abbiano parlato o l’abbiano addirittura condannata.
E’ un buon segnale, perché bisogna sempre diffidare dai “dissenzienti” celebrati in prima pagina, da Greta Thunberg a Carola Rackete: essi sono dissenzienti solo a parole, il loro dissenso è puramente conservativo, e anzi, rinsalda i cristalli del potere.

L’inganno del paradigma securitario

I veri dissenzienti vengono diffamati, ostracizzati e attaccati senza posa dai cani da guardia del potere dominante.
Così è stato per le piazze di Londra e Berlino. Piazze spontanee, populiste, che hanno come obiettivo fondamentale la libertà, il rifiuto verso il nuovo paradigma securitario che così dice: “Se volete essere sicuri, dovete essere disposti a rinunziare a quote di libertà“.
Sicurezza barattata con libertà.

Che sia solo l’incipit di un grande dissenso, di un grande rifiuto contro la società asociale, contro la nuova umanità disumanizzata della nuova società centrata sul distanziamento sociale, sul divieto di assembramento e su tutte quelle norme che solo prima facie sono sanitarie, ma che in realtà sono squisitamente politiche.
Lunga vita ai ribelli.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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