L’economia capitalistica ci ha lasciato col cerino in mano. Questo cerino è il capitale.
Nella visione del XIX secolo (che ancora in molti hanno) il profitto accumulato in capitale, sarebbe il solo valore dell’impresa.
Sul ruolo del lavoro nella vita dell’uomo è intervenuto anche Giovanni Paolo II nell’enciclica Laborem Exercens: “Fatto a immagine e somiglianza di Dio stesso nell’universo visibile e in esso costituito perché dominasse la Terra, l’uomo è perciò sin dall’inizio chiamato al lavoro“.
“L’uomo, creato ad immagine di Dio, mediante il suo lavoro partecipa all’opera del Creatore“, e ancora, “l’uomo lavorando deve imitare Dio, suo Creatore“.
Anche l’attuale Pontefice, così come il precedente e molti altri, hanno detto che la centralità è il lavoro dell’uomo.
Ora, gran parte delle persone – laici e cattolici – che io conosco si sono messe a ridere, soprattutto coloro che lavorano nel mondo della finanza e in particolare coloro che lavorano in un mondo nel quale il denaro crea denaro.
Perché?
Perché intanto questo argomento va a toccare il loro lavoro, che è appunto lavorare alle spalle degli altri.
Secondariamente, perché il meccanismo “denaro crea denaro” è esattamente il cuore del problema.
A un certo punto del secolo scorso la finanza è diventata talmente importante da superare l’economia reale: il superamento delle due curve c’è stato negli anni 1987 negli Stati Uniti, giungendo fino a oggi in cui la finanza domina l’economia reale.
Vi fanno credere che si possa vivere di azioni, obbligazioni, borse, e perfino il dibattito politico è concentrato su cose come lo Spread, mentre abbiamo tolto dal ragionamento la produzione nella terra, i tubi, le cose terrene che, sì, si comprano con pezzi di carta e bit, ma qualcuno li deve produrre.
Quel qualcuno nell’economia capitalistica è destinato a diventare lo schiavo che produceva le piramidi.
Oggi al vertice della piramide c’è un faraone che si chiama “uomo della finanza”.
Ecco, io voglio distruggere quella cosa lì.
Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi
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