INFORTUNIO ZANIOLO ► Tutto quello da sapere sulla rottura del legamento spiegato dal Dott. Grasso

Il dolore di Nicolò. Il dolore per il ginocchio che fa crac ma, soprattutto, il dolore mentale per l’ennesima battaglia da affrontare. Dopo aver scalato la montagna del recupero dall’infortunio al ginocchio destro, stavolta su Zaniolo piomba la tegola della rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro. Fatale un movimento nel match di Nations League in casa dell’Olanda.

Domani il calciatore verrà operato. La certezza della diagnosi è arrivata questa mattina dopo la risonanza magnetica eseguita a Villa Stuart.

Nel corso di ‘Radio Radio Lo Sport’ le Teste di calcio hanno posto domande e dubbi al Dottor Andrea Grasso, medico chirurgo esperto in ortopedia e traumatologia. Parole molto importanti quelle del Professore, che offrono una visione organica e competente sull’accaduto.

L’analisi sulla dinamica dell’infortunio

“Innanzitutto è molto difficile riuscire a vedere anche il momento dell’infortunio, attraverso le riprese televisive. Si vede il momento in cui Zaniolo mette in protezione la gamba e tira su il ginocchio sinistro che rimane semiflesso. Prima ha avuto il trauma. Ma è un trauma che, andando a vedere, non è un trauma distorsivo. Il trauma del ginocchio destro, dell’altra volta, è molto simile come concetto. Lui mette il piede a terra e dà forza. Penso che la struttura muscolare, purtroppo, abbia un ruolo fondamentale. Qui c’è tutto un discorso sul ruolo del quadricipite. Chi ha un quadricipite molto forte purtroppo, attraverso il tendine rotuleo, si inserisce sulla tibia e contraendosi violentemente tende a portare in avanti la tibia stessa. Quello che noi facciamo con il movimento del cassetto, per valutare il crociato. Quel tipo di movimento può, in fase di estensione della gamba e del ginocchio, causare il meccanismo di rottura del legamento crociato”.

Ci sono correlazioni con il precedente infortunio al ginocchio destro?

“Una cosa è la ri-rottura, quindi un legamento ricostruito come per Florenzi che poi si è nuovamente rotto. In quel caso ci potrebbe essere una correlazione con i tempi accelerati. Ma sinceramente nel caso di Zaniolo non ci vedo un nesso causale con il precedente infortunio. Nel primo caso i tempi di Zaniolo erano tempi rispettati. Era tornato a giocare da un paio di mesi, aveva fatto molto bene, e fisicamente stava bene. Quindi a livello di reattività e di prontezza a gestire il trauma, mi sembrava molto a posto. Altri calciatori hanno avuto un altro problema. Ghoulam, ad esempio, ha avuto la frattura della rotula. Le problematiche del recupero da un intervento al legamento crociato sono più di una”.

Il meccanismo che provoca la rottura del crociato

“Noi viviamo di un equilibrio tra quadricipite e flessore, cioè muscoli anteriori e posteriori. Quando la gamba è in iper estensione, o quasi in estensione, e dai una grossa forza col quadricipite la forza dei muscoli posteriori è molto ridotta. Quindi quasi tutto è a carico del quadricipite che, dando questo strappone in avanti, trascina la tibia anteriormente un po’ in rotazione interna provocando la rottura del crociato. Quindi, in questi casi, vedo meno elasticità. Ma sono assolutamente d’accordo con l’idea di potenza. Quando ho visto Zaniolo per la prima volta allo stadio sono rimasto impressionato dalla sua potenza fisica”.

Le differenze con il caso del fenomeno brasiliano Ronaldo

“Ronaldo a fine carriera si è visto che aveva problemi importanti di tiroide. La tiroide ha un’influenza a livello di tendini, indebolendone la qualità. Il tendine rotuleo non è il legamento. Il legamento ha un tipo di inserzione e di fibre specifico, mentre il tendine è più vulnerabile. Ronaldo ha strappato il tendine rotuleo, è stato operato con una sutura magari un po’ più debole ricreando la rottura. Ronaldo quindi aveva pure un problema metabolico che ha complicato la situazione”.

L’importanza dei flessori

“Per potenziare il crociato devi lavorare tanto sui flessori. I flessori, che sono i muscoli posteriori, si inseriscono nella parte posteriore della tibia. La traslazione anteriore della tibia porta la rottura del crociato. Quando stai col ginocchio esteso o iper esteso la forza dei flessori è molto ridotta rispetto alla forza del quadricipite. In soggetti che hanno un quadricipite esplosivo, come Zaniolo, purtroppo può capitare questo”.

Questi due infortuni condizioneranno la carriera di Zaniolo?

“Dal punto di vista meccanico, ne abbiamo visti di atleti che hanno recuperato molto bene. Dal punto di vista mentale non so rispondere. Questo dipende molto dalla testa del soggetto. Per come era sceso in campo, in questo ultimo periodo, mi sembra che non avesse strascichi del precedente infortunio. Il problema è che parliamo di un giocatore che si posiziona al top come livello. Per stare a quei livelli il lavoro da fare è tantissimo. Io sono d’accordo con il lavoro differenziato. Gli atleti non sono tutti uguali. Più vai verso atleti con un’altissima richiesta funzionale, più devi cercare di capire le loro migliori caratteristiche. Io pensavo ad Ancelotti. L’esempio mi sembra perfetto”.

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