“Il movimento? Buono! Ma quelle che hanno ceduto hanno poco da fare le vittime”
Barbara Alberti ha detto la sua a proposito del #metoo, la campagna che nei mesi scorsi ha convinto migliaia di donne in tutto il mondo a parlare delle molestie sessuali che avevano subito. Sul caso Weinstein in particolare commenta: “Le donne che hanno ceduto hanno poco da fare le vittime, perché hanno avuto la mentalità da schiave, hanno creduto che il successo ti debba venire da un maschio!”
“Mi ha scritto una donna – continua la scrittrice – e mi ha detto che queste del me too le invidia perché loro almeno avevano una scelta. Lei guadagnava 700 euro al mese ed era la schiava sessuale del suo datore di lavoro, ma perché? Perché pagava le cure costose del figlio autistico! E mi diceva che era pure un paradiso, perché prima si prostituiva! Mi ha scritto che si è liberata, che è uscita da questa cosa e che ha trovato un lavoro… ma veramente ci sono persone che hanno la pistola alla tempia, che non possono dire di no. Chi può rifiutare ne approfitti e lo prenda anche come un vanto!”
“Vogliamo fare uno sciopero delle donne? Se noi ci fermiamo si ferma il mondo!”
Femminismo ormai significa tante cose e su cosa stia andando storto nei movimenti moderni Barbara Alberti ha un quadro chiaro: “Io sono indignata con questi movimenti femministi che non vanno al cuore delle cose. Qui ci ammazzano come polli e continuano a dare delle pene irrisorie”.
“I premi al femminile poi che sono un’offesa tremenda! Quelle donne vanno premiate perché sono brave non perché sono donne! Si parla di queste cose ma si rimane sempre alla superficie. Non si parla della maternità, che alle donne non si chiede sacrificio ma eroismo. Non si parla del fatto che ci ammazzano impunemente, non si parla del fatto che ci pagano meno… Poi però ci toccano le tette e tutto il mondo si scandalizza! E di nuovo siamo solo tette e culo! No, noi siamo anche qualcos’altro!”
Sullo scarto generazionale, poi, commenta: “La nostra sottomissione al maschio è millenaria. Quelle della mia età siamo nate schiave, ma le ragazze di oggi sono nate libere e sono un’altra categoria!”
“Ho l’impressione – spiega – che stiano reagendo meravigliosamente all’informatizzazione. Vedo che i ragazzini leggono i libri, però usano anche tutti gli strumenti tecnologici a disposizione. Poi c’è un cretinismo generale e una educazione all’odio che non risparmia né uomini né donne. Un invito a sentirsi qualcuno insultando un altro, la necessità spasmodica e nevrotica di un nemico… ma questo è generalizzato”.
“Avevamo le catene ai polsi, ma adesso ci sono cadute”
Autoironica, sempre pronta alla risata e con una visione del mondo completa di ogni sfumatura: “Noi donne siamo nuove, siamo appena nate – commenta Barbara Alberti durante il suo intervento a Io le donne non le capisco – abbiamo dentro una furia di invenzione e di lavoro diversa. Più viva, più gioiosa, più fattiva.
Avevamo le catene ai polsi, ma adesso sono cadute! Per cui c’è una vitalità sia alla mia età che nelle ragazzine che non hanno gli altri”.