Tra i componenti del comitato tecnico-scientifico non c’è nessuno realmente esperto di scuola, ma nemmeno di neuroscienze e di psicologia dell’età evolutiva. Può essere considerata una semplice disattenzione da parte del governo? Io credo che si possa parlare di decisione sbagliate ma prese in buona fede solo quando l’errore non è a priori così evidente. Nel caso dei nostri bambini non stanno commettendo dei semplici errori di valutazione ma sono azioni scientemente pianificate per creare una generazione di automi telecomandati, funzionali ai nuovi progetti di società futura.
Un bambino ha bisogno di socialità, di carezze, di contatti fisici, di giocare sudando con altri bambini. Questo non può non essere chiaro a chi oggi si compiace di aver trovato modi e strumenti per tenerli a distanza, per farli studiare da un computer, per evitare che abbiano contatti tra di loro. In pratica per combattere un virus che, fino a prova contraria, è innocuo per i bambini. Stanno mettendo in campo misure che avranno un impatto devastante sulla loro psicologia rendendoli autistici digitali, con gravi problemi relazionali in futuro. Soprattutto per i più piccoli che non possono cogliere l’elemento emergenziale dei provvedimenti ma li assimilano ai comportamenti normali di vita.
“Io penso che fortunati siano quelli che hanno il pongo”
Ricorderete il famoso studio “Il bambino da zero a 6 anni“, che dimostra come nei primi 6 anni di vita il bambino costruisca tutta la sua struttura psicologica. Bene, tutti gli esperti di psicologia dell’infanzia hanno criticato fortemente l’eccessiva digitalizzazione delle giornate dei bambini, sopratutto come risposta al coronavirus. A questo proposito è significativa la frase di chi dice: “c’è qualcuno che pensa che i bambini fortunati siano quelli che hanno gli Ipad“, “io penso che fortunati siano quelli che hanno il pongo“, dice Crepet. Il problema che si pone oggi è che il pongo implica il contatto fisico anche con i compagni di gioco mentre l’Ipad no, che diventa una sorta di misura di prevenzione e questo tipo di ragionamento è inaccettabile.
Il modo con cui è stata gestita l’emergenza coronavirus l’ha reso un catalizzatore usato per la transizione mondiale verso il nuovo paradigma sociale basato sulla tecnologia, dove economia e vita sociale sono basate esclusivamente sull’intelligenza artificiale. La strada che porterà in futuro al trans-umanesimo che pare essere l’obiettivo finale: uomini-macchine e macchine che guidano gli uomini. Ma prima di far sì che questi uomini-macchine crescano, bisogna cominciare a lavorare sui bambini, interferendo sullo sviluppo dei bambini stessi ed è quello che stanno facendo celando questi obiettivi dietro le misure di prevenzione per un virus che non ha mai guardato ai bambini.
La Matrix Europea con Francesco Amodeo
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