Questioni di economia, di utile, di bilancio. E’ così che delle belle promesse se ne vanno dalla squadra che le lancia per la gioia del Presidente venditore. Il calcio, ora come mai, è una sorta di stampante per soldi e spesso, quando la squadra che si possiede non è la prima azienda controllata dal Patron viene utilizzata come una risorsa economica.
Non che ci sia nulla di male, ogni imprenditore deve gestire i propri affari come crede, ma anche il calcio ha un compratore: i tifosi. Compratori che in genere influiscono poco o nulla nei giudizi e nella gestione del “prodotto”, ovvero la squadra che amano. Se un campione viene venduto (o svenduto) le spiegazioni a loro non vanno date, principalmente infatti i loro doveri riguardano la compravendita di biglietti e il supporto incondizionato alla squadra. Nulla di più.
Comunque anche quello del Presidente non è un lavoro che si può fare a cuor leggero e spesso bisogna essere disposti a farsi carico delle responsabilità che il tifoso scaglia come macigni. Si può essere grandi imprenditori e anche grandi presidenti ma ciò non esclude l’errore. Preziosi sono stati in questi anni gli affari del Genoa di cui il presidente Preziosi si è sempre fatto carico, in alcune sessioni acquistando molti giocatori, in altre vendendo giocatori a molto.
Stabilire l’operato di un Presidente non è così facile se si vuole parlare in modo scientifico, perché il valore di un calciatore è estremamente flessibile e può moltiplicarsi in modo esponenziale o subire un’inflazione clamorosa nel giro di poche partite. Andiamo dunque a scoprire come sarebbe la squadra di Preziosi se i campioni che hanno solcato il prato di Marassi non se ne fossero mai andati: una formazione da tricolore che farebbe paura a qualsiasi team del nostro campionato.
PORTIERE
Passato alla Juventus nell’estate 2018, Mattia Perin è costato ai bianconeri 12 milioni di euro (più tre legati ai bonus) ed è il portiere che ha fatto rientrare più soldi in assoluto nelle casse del Genoa, piazzandosi al decimo posto nelle vendite all time del club. Praticamente perfetto per la nostra formazione.
DIFESA
Il reparto arretrato non sarebbe la variante migliore di questo Genoa dei sogni, ma certamente degno dei primi quattro posti nella classifica del campionato. Da un lato c’è Romulo appena andato via tramite la formula del prestito con diritto di riscatto, qui nelle vesti del ruolo ricoperto nell’Hellas e nella Juventus. Dall’altra Ansaldi, venduto all’Inter per 7 milioni di euro ora in prestito al Torino che lo riscatterà spendendo 4 milioni in totale: un tesoretto che farebbe comodo a qualsiasi grande club. I centrali sono letteralmente di un altro pianeta, con Ranocchia che ha fatto ricavare ben 18,5 milioni alla società rossoblù piazzandosi al quarto posto della classifica all time tra le vendite più esose e Bonucci, non altrettanto prosperoso al livello monetario ma di valore internazionale come difensore.
CENTROCAMPO
16,5 milioni di euro. Questo il ricavato della società dalle cessioni di Rincon e Bertolacci venduti rispettivamente a Juve e Roma. Entrambi rientrano nelle cessioni top del club, uno con un tragitto controverso dalla capitale, l’altro disputando un anno breve ma intenso a Torino sponda bianconera in cui prende parte alla finale di Cardiff contro il Real Madrid. Tutto sommato un buon affare per il tesoretto che hanno procurato al Genoa.
ATTACCO
Sarebbe il reparto di spicco di questo Genoa, quattro attaccanti (ali incluse) che farebbero invidia a tutta la Serie A. Tecnicamente Suso era già di proprietà del Milan quando indossava la maglia rossoblù, ma non essendoci alcuna recompra o clausola nell’affare rientra nella nostra formazione. Con El Shaarawy formerebbe una coppia di qualità encomiabile per non parlare delle due punte: non hanno certo bisogno di presentazioni Immobile e Piatek, autori di 28 gol in 24 giornate. Economia e gol non vanno d’accordo e in questi casi spettacolo ed emozioni vengono sacrificati senza esitare. Il motivo? Pecunia non olet.